18a domenica del Tempo ordinario (B)
Esodo 16,2-4.12-15 • Sal 77 • Efesini 4,17.20-24 • Giovanni 6,24-35
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Appunti per l'omelia
Datevi da fare per il cibo che rimane per la vita eterna…
Nel Vangelo di domenica scorsa Gesù distribuiva il pane (Gv 6,1-15); nel brano evangelico di questa domenica (Gv 6,24-35) Gesù stesso si distribuisce come pane, come un pane che si lascia consumare per dare vita: chi mangia di me non avrà fame, chi crede in me non avrà sete, mai! L'uomo nasce affamato, ed è la sua fortuna. Il bambino ha fame di sua madre che lo nutre di latte, di carezze e di sogni. Il giovane ha fame di amare e di essere amato. Gli sposi hanno fame l'uno dell'altra e poi di un frutto in cui si incarni il loro amore. E quando abbiamo raggiunto tutto questo e dovremmo sentirci appagati, risuonano piene di verità al nostro cuore le parole di sant'Agostino: ci hai fatti per te e inquieto è il nostro cuore finché non riposa in te.
C'è una fame più grande… è fame di cielo, fame di Dio! Fame di amare e di essere amati, fame di felicità e di pace, fame di vita più grande, più intensa: eterna!
Il Padre mio vi dà il pane del cielo, quello vero
Dio dà. Due parole semplicissime eppure chiave di volta del Vangelo: Dio dà. Dio non chiede, Dio dà. Dio non pretende, Dio offre. Dio non esige nulla, dona tutto. Un verbo così semplice: dare, che racchiude il cuore di Dio. Dare, senza condizioni, senza un perché che non sia l'intimo bisogno di fecondare, far fiorire, fruttificare la vita.
Il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo.
Ciò che dà pienezza alla vita del mondo è un pane dal cielo. La pienezza, un pezzo di Dio in noi.
Signore, dacci sempre questo pane
Dio è nella vita datore di vita. Dalle sue mani la vita fluisce illimitata e inarrestabile. E la folla capisce e insieme a noi dice: Dacci sempre di questo pane. La domanda diventa supplica, comando: Dacci! Sempre!
Gesù risponde con le parole decisive: sono io il pane della vita. Annuncia la sua pretesa assoluta: io posso colmare tutta la vostra vita. Io sono il divino che fa fiorire l'umano! Io sono un pane che contiene tutto ciò che serve a mantenere la vita: amore, senso, libertà, coraggio, pace, bellezza.
Quale il segno… Credere in Colui che il Padre ha mandato…
Chi crede in me... Credere è come mangiare un pane, lo assaporo in bocca, lo faccio scendere nell'intimo, lo assimilo e si dirama per tutto l'essere. Gesù in me si trasforma in cuore, calore, energia, pensieri, sentimenti, canto.
La nostra religione non è un insieme di dottrine, ma una vita divina da assimilare, una calda corrente d'amore da far entrare… perché giunga a maturazione l'uomo celeste che è in noi, affinché sboccino amore e libertà, nel tempo e nell'eterno.
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Vedi anche:
Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
È il Padre mio che vi dà il pane dal cielo (Gv 6,32)
(vai al testo) - (---> pdf, formato A4, stampa a/r per A5)
Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata (5/08/2012)
Voi mi cercate perché avete mangiato di quei pani (Gv 6,26)
(vai al testo)
Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
Diventare "pane" (03/08/2012)
Commenti alla Parola:
• di Luigi Vari (VP 2015)
• di Marinella Perroni (VP 2012)
• di Claudio Arletti (VP 2009)
• di Enzo Bianchi
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