In questa Quaresima, appena iniziata, mi sono giunte meditazioni quotidiane ispirate alla liturgia di ogni giorno, che vorrei condividere con i lettori di questo blog.
Sono di fr. Tarcisio Luigi Colombotti OFM. Abbiamo condiviso, tempo fa, un bel perido di collaborazione pastorale nella parrochia dove eravamo impegnati.
Riporto qui, oggi, primo giorno di Quaresima, l'Introduzione e la meditazione del Mercoledì delle Ceneri, mentre riporterò le altre nel mio sito di testi e documenti, con un riferimento nei riquadri di questo blog.
"Un modesto aiuto per arrivare alla Pasqua meno distratti" ha scritto fr. Tarcisio.
INTRODUZIONE
La Quaresima si presenta alla Comunità cristiana come una "scuola vitale" di formazione nello Spirito e cioè: annuncio di salvezza e salvezza attuale-presente e quindi coinvolgente nell'oggi della Chiesa celebrante. Il progetto formativo ha due fondamenti: l'Eucaristia e la Liturgia delle Ore. L'una e l'altra però trovano il loro perno gravitazionale nelle pericopi evangeliche di ogni giorno: così le Domeniche danno le grandi tappe del cammino e le ferie i passi quotidiani che costruiscono gradualmente nei discepoli, la statura di Cristo.
La salita verso la Pasqua allora si manifesta come un cammino che inizia da una chiamata-decisione di conversione e si sviluppa alla scuola della pedagogia liturgica intenzionata a formare nel cristiano l'autentica conformità a Cristo.
Camminando al passo della liturgia ogni giorno presento una meditazione sostando prevalentemente su alcuni passi dell'Ufficio delle letture e della liturgia della parola della messa del giorno. Il confronto quotidiano con la Parola ci aiuterà a rinnovarci nello Spirito per una celebrazione pasquale in novità di spirito.
NB. – All'interno di ogni meditazione non metto nessun riferimento di citazioni bibliche o patristiche al fine di non appesantire il testo stesso. Si possono trovare o nelle letture della messa del giorno o nell'Ufficio delle letture.
MERCOLEDÌ DELLE CENERI
La Santa Quaresima è un laborioso cammino verso la Pasqua: Protesi alla gioia pasquale, sulle orme di Cristo Signore, seguiamo l'austero cammino della santa Quaresima. E camminiamo tenendo gli occhi fissi sul Christus passus, sull'uomo dei dolori. Scrive san Clemente romano: "Teniamo fissi gli occhi sul sangue di Cristo, per comprendere quanto sia prezioso davanti a Dio suo Padre: fu versato per la nostra salvezza e portò al mondo intero la grazia della penitenza".
Il Cristo crocifisso è l'icona che la liturgia propone alla nostra venerazione con il primo Invitatorio: Venite adoriamo Cristo Signore: per noi ha sofferto tentazione e morte. San Francesco chiamandolo l'Amore non amato coglie tutta la profondità della crocifissione, il segno più alto dell'amore di Dio verso l'uomo. Avendo amato i suoi, li amò fino alla fine, fino al culmine di dare la vita. Non c'è amore più grande di Colui che da la vita per…! Davanti a questa drammatica e sconvolgente icona la liturgia, nel secondo Invitatorio ci dice di aprirci all'ascolto: Ascoltate, oggi, la voce del Signore: non indurite il vostro cuore. Si può resistere alla voce dell'Amato? Per seguirlo occorre cambiare rotta, direzione, occorre una virata forte che avviene solo con la conversione del cuore. Ed ecco il grido del profeta: Convertitevi, e fate penitenza, fatevi nuovi nel cuore e nello spirito. Il fascino di questo richiamo impregnato d'amore diventa irresistibile e fa cantare alla chiesa in preghiera: Il mio cuore è pronto per te, per te, mio Dio. E subito l'orante si sente avvolto come in un manto di salvezza e di giustizia e, tutto trasformato in creatura santa, la sua vita diventa un canto di lode al Signore in un cammino di rinnovata fedeltà ai suoi comandamenti. La gioia di questa trasformazione, opera della grazia, è immensa perché la Chiesa orante si riscopre un popolo consacrato al Signore, scelto per essere privilegiato fra tutti i popoli, riscattato dall'Egitto e che Dio ama con fedeltà indefettibile.
Consapevoli di essere oggetto di tanta predilezione viviamo nella gioia anche durante il tempo della penitenza e quando digiuniamo non ci mostriamo tristi, come gli ipocriti. Il nostro Dio è il Vivente, Colui che non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva.
Siamo solo al primo giorno del grande tempo della conversione e della penitenza: lo vogliamo vivere attendendo alla salvezza con timore e tremore per essere irreprensibili e semplici, figli di Dio immacolati per splendere come astri nel mondo ed essere testimoni visibili del vangelo della gioia, attenti ai poveri senza che la sinistra sappia quel che fa la destra, felici solo di essere visti e benedetti dal Padre. In questo sta la nostra beatitudine.
Preghiamo. Concedi, Signore, al popolo cristiano di iniziare con questo digiuno un cammino di vera conversione, per affrontare vittoriosamente con le armi della penitenza il combattimento contro lo spirito del male. Per Cristo Signore nostro.
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