«Nel mondo dovete soffrire per me: abbiate fiducia, io ho vinto il mondo!» (cf Gv 19,33).
La sofferenza intima che i discepoli di Gesù provano è la conseguenza della loro sequela. Molto spesso è una sofferenza che nasce dall'incomprensione del mondo, ma anche dall'incomprensione e dalla non accettazione delle persone con cui si condivide la stessa fede. Poi ci sono le sofferenze espressamente legate alla testimonianza che siamo chiamati a dare al vangelo.
Ma c'è sempre, in ogni situazione, la certezza di una Presenza che non ti abbandona mai! Di Qualcuno che ti sa comprendere, che ti conduce, che ti sostiene, che ti fa camminare, e anche speditamente…
In attesa del dono dello Spirito Santo, il Dono per eccellenza...
Il Dono, che ci dà forza nelle tribolazioni e nella testimonianza, che ci dà pace, sostegno, quale "dolce ospite dell'anima", e che ci fa vedere...
A questo proposito mi accompagnano le parole di san Cirillo di Gerusalemme: «Mite e lieve il suo avvento, fragrante e soave la sua presenza, leggerissimo il suo giogo. Il suo arrivo è preceduto dai raggi splendenti della luce e della scienza. Giunge come fratello e protettore. Viene infatti a salvare, a sanare, a insegnare, a esortare, a rafforzare e a consolare. Anzitutto illumina la mente di colui che lo riceve e poi, per mezzo di questi, anche degli altri.
E come colui che prima si trovava nelle tenebre, all'apparire improvviso del sole riceve la luce nell'occhio del corpo e ciò che prima non vedeva, vede ora chiaramente, così anche colui che è stato ritenuto degno del dono dello Spirito Santo, viene illuminato nell'anima e, elevato al di sopra dell'uomo, vede cose che prima non conosceva» (Cat. 16, sullo Spirito Santo).
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