Continuando il percorso di riflessione sul messaggio del Papa per questa Quaresima, scopro che la più grande carità è l'annuncio del Vangelo. Scrive il Papa: "Non v'è azione più benefica, e quindi caritatevole, verso il prossimo che spezzare il pane della Parola di Dio, renderlo partecipe della Buona Notizia del Vangelo, introdurlo nel rapporto con Dio: l'evangelizzazione è la più alta e integrale promozione della persona umana".
Se la mia carità ha la sua motivazione più profonda e il suo fondamento nell'amore di Dio, come posso vivere in pienezza questo essere al servizio degli altri se non penetro sempre più profondamente nel mistero di Dio? E come questo mistero mi si manifesta all'anima, se non sono in grado di "spezzare il pane della Parola di Dio"?
Il mio evangelizzarmi è la condizione per poter poi evangelizzare, fare cioè partecipi gli altri del dono che il Signore ci ha fatto.
"In sostanza, tutto parte dall'Amore e tende all'Amore. L'amore gratuito di Dio ci è reso noto mediante l'annuncio del Vangelo. Se lo accogliamo con fede, riceviamo quel primo ed indispensabile contatto col divino capace di farci «innamorare dell'Amore», per poi dimorare e crescere in questo Amore e comunicarlo con gioia agli altri".
Ma "spezzare il pane della Parola" non è fare discorsi o prediche fuori luogo, ma condividere con il fratello che sono chiamato a servire il dono prezioso dell'Amore di Dio, dell'esperienza profonda del mio incontro con Lui e del mio credere al suo Amore.
Se si tratta di "spezzare il pane", significa non consegnarlo semplicemente e fare in modo che chi lo riceve se ne nutra per proprio conto. È uno sminuzzare il cibo in modo che possa essere assimilato. E dato che si tratta di un'esperienza che deriva dalla vita del Vangelo, il mio "spezzare il pane" non è altro che un "farmi uno" col mio prossimo a tal punto che il "travaso" della linfa che abita il mio cuore possa passare con frutto nell'anima del fratello e farlo partecipe della stessa Vita.
La mia diaconia della Parola prende un colore tutto particolare, è espressione vera di quella carità di Cristo di cui siamo chiamati a testimoniare: è l'Amore che "dimora e cresce in noi e può essere così comunicato con gioia agli altri".
È un vivere con coscienza e responsabilità quanto il Vescovo, al momento dell'ordinazione ci ha detto, consegnandoci il Libro dei Vangeli: «Ricevi il Vangelo di Cristo del quale sei diventato l'annunciatore: credi sempre a ciò che proclami, insegna ciò che credi, vivi ciò che insegni».
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