2a domenica di Quaresima (C)
Appunti per l'omelia
La Quaresima è un cammino di fede. Tale fede brilla in modo esemplare nel comportamento di Abramo (cf Gen 15,5-18). È avanti negli anni e sua moglie è sterile. Dio però ha promesso di dargli una numerosa discendenza. Una promessa che ora gli rinnova. Abramo non dubita, si fida incondizionatamente. Il Signore è felice di lui e con lui si lega in un patto, a cui rimane fedele per sempre. L'alleanza che Dio rinnova con noi in ogni Eucaristia esige la stessa fede di Abramo.
L'episodio evangelico di questa domenica (cf Lc 9,28-36) intende consolidare questa fede nei discepoli in vista della terribile prova che sarà la Passione di Gesù. La Trasfigurazione, infatti, è fuor di dubbio un'esperienza straordinaria, unica, per Gesù anzitutto, e per i suoi tre discepoli. «Salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d'aspetto». Il dialogo prolungato col Padre, la sua "immersione" in Lui, opera una trasformazione di tutto il suo essere. E questo vale anche per noi: nel dialogo con Dio, ci si riempie di Lui e si diventa trasparenti, luminosi.
Sul monte vediamo un Gesù incredibilmente nuovo. L'evangelista sottolinea la sua luminosità: «La sua veste divenne candida e sfolgorante» ed i suoi discepoli «videro la sua gloria». È la "gloria" di Dio, la pienezza traboccante della vita di Dio, che rifulge su tutta la persona di Gesù. È la "gloria" segreta di Gesù, quella vitalità infinita, quello splendore divino, che abitualmente si nascondeva sotto una umanità comune.
Questa esperienza vuole infondere in Gesù e nei discepoli coraggio e fiducia di fronte alla prospettiva della sofferenza e della morte.
A noi cristiani, impegnati nell'itinerario quaresimale di conversione, impegnati ogni giorno a seguire Cristo con fedeltà tenace, anche se sofferta, la trasfigurazione di Gesù ricorda che questo cammino ci porta a gioire nella Pasqua del Signore risorto, ma ci conduce pure immancabilmente alla nostra futura "trasfigurazione" (cf Fil 3,20-21).
Tale attesa, però, non può distogliere dal cammino concreto nella storia, non può distogliere dall'impegno di servizio all'uomo, che è la via percorsa da Gesù. Pietro, vorrebbe "fissare" quel momento di beatitudine. Perché salire a Gerusalemme, dove un tragico destino attende Gesù?
Allo stesso modo i cristiani non possono dimorare stabilmente su nessun "Tabor". Il Signore ogni tanto può regalarci nelle forme più diverse momenti di particolare luce o gioia. Tuttavia il cammino ordinario è quello di una fede che va avanti, spesso con fatica, nella quotidianità, nella ferialità, in compagnia di un Gesù che non ci incanta col suo fascino. Questa fede, che ha un modello stupendo in Abramo, ci consente di riconoscere nel Gesù che ci parla nella Scrittura e nella Chiesa, nel Gesù che si nasconde nei fratelli ed è presente soprattutto nell'Eucaristia, il Gesù "trasfigurato", il Signore risorto, che ci catturerebbe irresistibilmente se si mostrasse nella sua realtà visibile. Non lo fa, perché è geloso della nostra libertà.
Questa fede ci aiuta a riconoscere la voce del Padre, mentre avvolge i discepoli con la sua presenza, nella "nube". «Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo!». Cioè accogliete la sua parola. Fate quello che vi dice. Accettate Gesù così com'è e non come vorreste voi. Accettatelo come il Messia sofferente, che arriva alla gloria attraverso il servizio ostinato agli uomini fino alla morte. Seguitelo sulla stessa strada.
La "trasfigurazione" allora non è soltanto un avvenimento futuro che il credente aspetta nella speranza. Ma nella sua vita è già in corso una misteriosa "trasfigurazione" del suo essere, un rapporto di progressiva assimilazione a Cristo attraverso l'amore. Una "trasfigurazione" che in certi cristiani più maturi non di rado traspare anche all'esterno.
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Vedi anche:
Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Mentre Gesù pregava il suo volto cambiò di aspetto (Lc 9,29)
(vai al testo) - (pdf, formato A5/A4c)
Commenti alla Parola:
• di Marinella Perroni (VP 2013)
• di Claudio Arletti (VP 2010)
• di Enzo Bianchi
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