Nell'Introduzione alla vita devota, san Francesco di Sales, di cui oggi facciamo memoria, scrive: «La devozione deve essere praticata in modo diverso dal gentiluomo, dall'artigiano, dal domestico, dal principe, dalla vedova, dalla donna non sposata e da quella coniugata. (…)
Tutte le pietre preziose, gettate nel miele, diventano più splendenti, ognuna secondo il proprio colore, così ogni persona si perfeziona nella sua vocazione, se l'unisce alla devozione. La cura della famiglia è resa più leggera, l'amore fra marito e moglie più sincero, il servizio del principe più fedele, e tutte le altre occupazioni più soavi e amabili.
È un errore, anzi un'eresia, voler escludere l'esercizio della devozione dall'ambiente militare, dalla bottega degli artigiani, dalla corte dei principi, dalle case dei coniugati. È vero, Filotea, che la devozione puramente contemplativa, monastica e religiosa può essere vissuta solo in questi stati, ma oltre a questi tre tipi di devozione, ve ne sono molti altri capaci di rendere perfetti coloro che vivono in condizioni secolari. Perciò dovunque ci troviamo, possiamo e dobbiamo aspirare alla vita perfetta».
Sì, dovunque ci troviamo…
Ma, per farci santi, c'è una "via" buona per tutti: il fratello. Già san Giovanni diceva: «Siamo passati dalla morte alla vita perché amiamo i fratelli» (1Gv 3,14), passando da una vita vuota ed insignificante alla vita piena. È un'ascetica adatta a tutti, perché nell'amore al fratello, nel farsi uno con lui, occorre fare silenzio, occorre la morte dell'io. Ed è anche una mistica accessibile a tutti, perché amando il fratello, amo Gesù in lui, posso incontrarmi direttamente con Lui. È Lui, infatti, che ritiene fatto a sé tutto ciò che facciamo ad ogni nostro prossimo.
Questa continua ginnastica, a volte dolorosa ma piena di sorprese, mi apre l'anima, rendendola capace di accogliere la luce del Risorto e con essa la sua gioia. Dio, assumendo la nostra umanità, ha reso possibile all'uomo l'unione con Lui attraverso le relazioni umane.
Non occorre fare cose particolari. Ogni momento è buono per vivere totalmente proiettato "fuori di me", per amore, e percepire in fondo al cuore la presenza di Colui che da sempre mi ha amato.
Questa è l'anima della mia diaconia, che posso, nella mia quotidianità, vivere ogni momento.
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