Abbiamo ricordato oggi la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato.
Il tema che Benedetto XVI ha scelto è appunto Una sola famiglia umana.
Ho cercato di vedere oggi con occhi nuovi Giovanni, l'amico che ogni domenica, alla porta della chiesa, chiede solidarietà.
Mi racconta dello sfratto che la polizia ha effettuato nel campo dove risiede e mi chiede alcune cose concrete per sopperire all'emergenza.
Cerco di sensibilizzare alcune persone della parrocchia impegnate nella Caritas.
Durante l'Eucaristia abbiamo pregato perché in questa società sempre più multietnica e multiculturale, vengano attuate politiche rispettose dei diritti di ogni persona, ricordando quanto il Papa ha scritto nel Messaggio per questa Giornata: "Tutti fanno parte di una sola famiglia, migranti e popolazioni locali che li accolgono, e tutti hanno lo stesso diritto ad usufruire dei beni della terra, la cui destinazione è universale".
"Una sola famiglia umana", ricorda il Papa: "vocazione dell'umanità a formare una sola famiglia".
Certo, non ci è consentito nel nostro piccolo di cambiare il mondo. Sono decisamente convinto però che nel posto dove Dio mi ha messo e dove vivo e cerco di testimoniare il suo Vangelo, lì posso contribuire a cambiare i rapporti, la mentalità, la mia e quella di chi è accanto a me. Ci rincuorano le parole del Papa: "Non perdiamo la speranza, e preghiamo insieme Dio, Padre di tutti, perché ci aiuti ad essere, ciascuno in prima persona, uomini e donne capaci di relazioni fraterne".
Speranza per alcuni è una parola grossa di questi tempi. Eppure ne abbiano proprio bisogno. Chi può, perciò, è chiamato ad alimentare la "Speranza" di ci sta nel bisogno ma possiamo farlo solo attraverso fatti concreti.
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