Riporto alcune parole del discorso del Papa al personale della Questura di Roma di ieri 21 gennaio: «Le nuove sfide che si affacciano all'orizzonte esigono che Dio e uomo tornino ad incontrarsi, che la società e le Istituzioni pubbliche ritrovino la loro "anima", le loro radici spirituali e morali, per dare nuova consistenza ai valori etici e giuridici di riferimento e quindi all'azione pratica. La fede cristiana e la Chiesa non cessano mai di offrire il proprio contributo alla promozione del bene comune e di un progresso autenticamente umano».
Ritorna più che mai urgente chiedersi se i cristiani (ed accanto a loro tutti coloro che credono in una società alimentata da valori che la rendano vivibile) sono veramente presenza di quell'anima che rende un corpo "vivo".
Lucia Fronza Crepaz, responsabile internazionale del movimento Umanità Nuova, a conclusione dell'intervista (Rifondare la politica) al periodico Città Nuova (n° 1/2011) sull'eredità della Settimana Sociale di Reggio Calabria, risponde alla domanda «Da dove incominciare domani?»: «Dai giovani. Quelli presenti a Reggio Calabria erano anche impegnati in politica, vivi, capaci. Si sono schierati in modo chiaro contro "lo stare fermi per paura", ancora di più contro "il ritiro dalla politica". E non hanno avuto timore di dire che l'impegno politico per i cattolici è direttamente collegato con le scelte della fede. Confermavano che l'esperienza politica non può essere vissuta in solitudine ma va radicata nell'esperienza di un cammino comunitario per trovare sicurezze, sviluppare collaborazioni, nutrire di spiritualità e di cultura le proprie idealità».
Ritrovare l'anima, in un impegno collegato con le scelte della fede, in un cammino che si costruisce in un'esperienza comunitaria: la sfida per una diaconia che riporti anche la politica ad essere testimonianza di un servizio privilegiato per la fraternità tra gli uomini e le donne di oggi.
In questo cammino comunitario, anche il diacono è chiamato in causa in prima persona.
Carissimo Luigi sai bene che il diacono è ministro della carità e sai meglio di me quanto questa dimensione del nostro servizio non è sufficientemente perseguita. Anche noi diaconi dovremmo testimoniare in maniera più intensa la nostra ministerialità tra i poveri realizzando di fatto una vera azione profetica in un mondo e in un tempo che stanno per smarrire questo servizio. In questo modo anche i diaconi tornerebbero a mostrare visibilmente quell'anima capace di evidenziare la FEDE.
RispondiEliminaCaro Vincenzo, è proprio così. Il diacono deve avere il coraggio di testimoniare sempre questa dimensione profetica del Vangelo. Ha ricevuto una grazia specifica per essere "anima" di questa diaconia all'interno della comunità ed oltre...
RispondiEliminaCi sproniamo a vicenda!
Luigi
Trovo giusto che il cristiano possa fare politica, certo non è facile di questi tempi. Per questo serve come è scritto nel post un cammino comunitario che coinvolga sopratutto i giovani. Buona giornata :)
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