L’occasione è il precetto pasquale e mi invitano a dare la mia esperienza sulla mia malattia (ho una malattia seria!). È bello ed unico: ci sono in tutto 30 famiglie, gente umile e semplice, di paese di montagna, quasi tutte casalinghe. Parlare loro della mia malattia è cercare di raccontare il “mio segreto”: questa mia malattia è l'incontro con lo Sposo dell’anima, il Prediletto… passare dal pianto al ripetere: “Dammi, Signore, un po’ del Tuo abbandono, perché io ti rassomigli almeno un po’…”. È una esperienza che tocca nel profondo e che colpisce veramente. La gente si ferma e certamente guarda come Dio ci ama immensamente e come bisogna fare festa proprio a Lui, l'unico vero amore di ogni uomo.
Alla fine tutti mi salutano, mi stringono la mano e si ci dà appuntamento al mese di Aprile per un altro incontro, perché dicono che questi momenti sono interessanti.
È bello essere testimoni credibili, raccontando fatti di vangelo che trasformano te e che bisogna gridare anche dai tetti l'amore ricevuto.
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