Assunzione della B.V. Maria
Apocalisse 11,19;12,1-6.10 • Sal 44 • 1Corinzi 15,20-26 • Luca 1,39-56
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(Vedi anche i brani delle Letture della Messa vespertina nella vigilia)
Appunti per l'omelia
Un segno grandioso apparve nel cielo… Una donna gridava per le doglie del parto…
Gli elementi cosmici che adornano la donna dell'Apocalisse fanno pensare che non si tratti solo di una figura singola, ma anche di un simbolo collettivo. La donna sta per partorire. È generatrice di vita. Richiama quell'esperienza immediata per la quale tutti noi esistiamo. Qualcuno ci ha dato la vita, attraverso un processo, il parto, a volte molto travagliato. Infatti la donna grida. Ma il suo non è solo un dramma personale e fisico.
Apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso…
A quest'arca di vita, segno fecondo della forza di Dio che scorre nel cosmo, si oppone un altro essere a noi ben noto fin dalle prime fantasie di bambini: il drago. Non c'è nulla che contrasti e rinneghi la bellezza della vita nascente e il senso di speranza che un neonato comunica quanto un drago mostruoso per numero di teste e corna. Anche qui la descrizione che ne fa Giovanni è simbolica di una forza maligna non individuabile con un singolo attore storico, ma piuttosto con il satanico in sé. Il senso del male è rinnegare la vita. Non per nulla, il drago pronto a divorare il bambino trascina con sé un terzo delle stelle del cielo, corona della donna incinta, minacciando non solo lei ma il creato tutto. Il drago è la sintesi delle nostre paure di morte e distruzione, come la donna è la sintesi delle nostre aspirazioni di vita.
La donna partorì un figlio… che fu rapito verso Dio…
Il bambino, destinato a governare la terra intera, sfugge alla minaccia del drago. Possiamo identificarlo non solo con il Messia nato da Maria, ma anche con il Cristo partorito dalla Chiesa nella storia umana attraverso la Parola, i sacramenti e la santità dei suoi membri. Quel bambino scampa alla morte. Egli è il Risorto. Appartiene a Dio a tal punto da non temere il drago. In lui si fonda la nostra speranza di vita contro il drago mortifero che ci attende.
La donna invece fuggì nel deserto…
La questione, tuttavia, non riguarda solo la sua risurrezione. Ma la nostra. Qui possiamo di nuovo vedere nella donna, cui Dio prepara una dimora nel deserto, anche la Vergine assunta. La salvezza del fanciullo diviene salvezza anche per la madre. In ciò sta la potenza contagiosa della Pasqua. L'autore dell'Apocalisse descrive tale salvezza attraverso il motivo del deserto dove la donna può rifugiarsi. Esso richiama l'esodo, grande paradigma di tutta la Scrittura. Rappresenta il tempo in cui YHWH trasformò un luogo di morte e un tempo di difficile sopravvivenza in una straordinaria esperienza d'amore e di accudimento.
Non siamo davvero lontani dal messaggio dell'odierna solennità. L'assunzione rappresenta per Maria l'ultimo e definitivo scontro con il drago. Se nel corso della vita il mostro sembra prevalere sul nostro corpo almeno fino al momento della risurrezione dai morti, per Maria non vi fu che l'istante del trapasso o, secondo la tradizione orientale, un sonno che sfociò nella vita eterna. Il deserto del nulla si tramutò nell'incontro definitivo e completo con il Dio della vita.
Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo
La morte è anche l'esodo più difficile che attende ogni uomo. È l'uscita definitiva dove ci sentiamo soli e sprovveduti. Ma Dio combatte per noi l'ultima battaglia. L'esito lo vediamo proprio nella donna, custodita dal Padre. L'inno del Magnificat può allora essere inteso come sviluppo del breve versetto: «Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo». In ogni uomo, umile davanti alla propria finitudine e affamato di vita, il Signore opera grandi cose attraverso un radicale capovolgimento. L'esperienza della fine è il nostro vero inizio.
(passi e spunto da "Ai suoi discepoli spiegava ogni cosa" di Claudio Arletti)
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Vedi anche:
Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
L'anima mia magnifica il Signore (Lc 1,46)
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Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata:
• Beata colei che ha creduto (Lc 1,45) (15/08/2015)
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• Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente (Lc 1,49) (15/08/2014)
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• Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente (Lc 1,49) (15/08/2013)
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• L'anima mia magnifica il Signore (Lc 1,46) (15/08/2012)
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Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
• In Maria splende il nostro luminoso destino (13/08/2016)
• Come Maria… (13/08/2015)
• La "cose grandi" compiute da Dio (14/08/2014)
• Gioia e gratitudine immensa (14/08/2013)
• La meraviglia del Cielo (14/08/2012)
Vedi anche i post:
• Maria Assunta, sintesi dell'umanità realizzata (15/08/2011)
• Il nostro luminoso destino (15/08/2010)
Commenti alla Parola:
• di Cettina Militello (VP 6.2017)
• di Luigi Vari (VP 7.2016)
• di Luigi Vari (VP 7.2015)
• di Gianni Cavagnoli (VP 7.2014)
• di Marinella Perroni (VP 6.2013)
• di Marinella Perroni (VP 7.2012)
• di Marinella Perroni (VP 7.2011)
• di Claudio Arletti (VP 7.2010)
• di Claudio Arletti (VP 7.2009)
• di Enzo Bianchi (Vol. Anno A)
• di Enzo Bianchi (Vol. Anno B)
• di Enzo Bianchi (Vol. Anno C)
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