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venerdì 6 maggio 2016

Attirati verso l'alto


Ascensione del Signore (C)
Atti 1,1-11 • Salmo 46 • Ebrei 9,24-28;10,19-23 • Luca 24,46-53
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Mentre li benediceva, si staccò da loro
Chi è colui che sale al cielo? È il Dio che ha preso per sé il patire per offrirci in ogni nostro patire scintille di risurrezione, squarci di luce nel buio più nero... Che ha preso carne nel grembo di una donna rivelando la segreta nostalgia di Dio di essere uomo. Che ora, salendo in cielo, porta con sé la nostra nostalgia di essere Dio.
Li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro. Una lunga benedizione sospesa in eterno tra cielo e terra è l'ultima immagine di Gesù. Testimone che la maledizione non appartiene a Dio.

Nel suo nome saranno predicate a tutti i popoli la conversione e il perdono
Gesù lascia un dono e un compito: predicate la conversione e il perdono.
Conversione: indica un movimento, un dinamismo, l'uscire dalle paludi del cuore. Significa il coraggio di andare controcorrente, contro la logica del mondo dove vincono sempre i più furbi, i più ricchi, i più violenti. Come fanno le beatitudini: conversione che ci mette in equilibrio, in bilico tra terra e cielo.
Annunciare il perdono: la freschezza di un cuore rifatto nuovo come nella primavera della vita. La possibilità, per dono di Dio, di ripartire sempre, di ricominciare, di non arrendersi mai. Io so poche cose di Dio, ma una su tutte, e mi basta: che la sua misericordia è infinita! Dio è una primavera infinita. E la nostra vita, per suo dono, un albeggiare continuo.

Tornarono a Gerusalemme con grande gioia
La conclusione del racconto è a sorpresa: i discepoli tornarono a Gerusalemme con grande gioia. Dovevano essere tristi piuttosto, perché finiva la presenza, se ne andava il loro amore, il loro amico, il loro maestro. Invece no. E questo perché fino all'ultimo giorno Lui ha le mani che grondano doni... Perché non se ne va altrove, ma entra nel profondo di tutte le vite, per trasformarle.
È la gioia di sapere che il nostro amare non è inutile, ma sarà raccolto goccia a goccia e vissuto per sempre. È la gioia di vedere in Gesù che l'uomo non finisce con il suo corpo, che la nostra vita è più forte delle sue ferite, che la carne è fatta cielo.

Nel mondo non esiste solo la forza di gravità che pesa verso il basso, ma anche una forza di gravità che punta verso l'alto, quella che ci fa eretti… Ed è come una nostalgia di cielo. Cristo è asceso nell'intimo di ogni creatura, forza ascensionale verso una vita più luminosa.
(spunti da Ermes Ronchi)

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Mentre li benediceva si staccò da loro (Lc 24,51)
(vai al testo) - (---> pdf, formato A4, stampa f/r per A5)

Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata (12/05/2013)
E stavano sempre nel tempio lodando Dio (Lc 24,53)
(vai al testo…)

Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
Testimoni del Risorto (10/05/2013)

Commenti alla Parola:
  di Luigi Vari (VP 4.2016)
  di Marinella Perroni (VP 4.2013)
  di Claudio Arletti (VP 4.2010)
  di Enzo Bianchi

(Illustrazione di Giorgio Trevisan)

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