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domenica 13 settembre 2015

Il ministero diaconale
risorsa per un nuovo umanesimo [2]


La rivista Il Diaconato in Italia dedica il n° 192 al tema Il ministero diaconale risorsa per un nuovo umanesimo .
Nel riportare i vari articoli nel mio sito di testi e documenti, segnalo questi interventi.






Ministero diaconale e nuovo umanesimo (Approfondimento)
di Giovanni Chifari
L'espressione "nuovo umanesimo" è senz'altro il principale leitmotiv di questa singolare stagione ecclesiale. Un motivo conduttore che sembra esercitare un'irresistibile forza di attrazione monopolizzando articoli, studi, convegni e riflessioni come emerge chiaramente visitando il sito dedicato www.firenze2015.it. Impegno lodevole e spunti interessanti che si muovono nel variegato quadro di una quotidianità che segnala luoghi e spazi tipici in cui annunciare e vivere il nuovo umanesimo e poi riflessioni teologiche, pastorali nonché tutte le esperienze provenienti dai territori. […]
…l'espressione "nuovo umanesimo" può apparire d'un tratto impersonale e distante dai vissuti, non dice più nulla, anzi annoia. Una lezione in tal senso ci giunge da quanti, convertiti di recente alla fede cristiana, dichiarano che è proprio il sentimento di noia quello che sperimentano quando si accostano ai contenuti tradizionali della nostra fede. È anche necessario attingere a mediazioni autentiche. Un aspetto che chiama in causa cristiani e chiese che quando vengono meno a questa diaconia invece di filtrare coprono, piuttosto di creare ponti dilatano la distanza.
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Il nuovo umanesimo (Focus)
di Angelo Scola
Con una lente d'ingrandimento il card. Scola mette a fuoco l'uomo di ieri e l'uomo di oggi. Vi presentiamo questo breve spaccato della realtà particolare come interessante chiave di lettura per la più ampia società italiana.
I cristiani non possono disertare il compito di offrire un contributo all'edificazione della vita buona nella società plurale centrato su un nuovo umanesimo, anzitutto perché membri, a tutti gli effetti, della famiglia umana. Ma ancora di più perché sono seguaci di un Dio incarnato che ha assunto la condizione umana non solo per indicarci il destino di amore definitivo che ci attende dopo la morte ma, e proprio in vista di questo destino, per accompagnarci nel nostro quotidiano cammino su questa terra.
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Risorsa per l'uomo (Il Punto)
di Andrea Spinelli
Rifarsi alle fonti penso sia sempre un fatto positivo, non già per trovare conferma a ciò che si fa, ma per riscoprire la forza ispiratrice profonda e fare ciò che è giusto e conforme allo Spirito, ossia "spirituale". Per la riflessione che mi accingo a fare, non intendo andare alla fonte prima in assoluto, la Parola di Dio, ma a due fonti abbastanza vicine, eppure importanti. Cominciamo dal Concilio: sappiamo bene che si parla dei diaconi nel n. 29 della costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen gentium.
Tra le affermazioni, che mi sembrano più consone al ministero diaconale e che tuttavia, nel corso degli anni dal Concilio a oggi, forse è stata meno sottolineata, evidenzio la seguente: «Essendo dedicati agli uffici di carità e di assistenza, i diaconi si ricordino del monito di san Policarpo: "Misericordiosi, attivi, camminanti nella verità del Signore, il quale si è fatto servo di tutti"». Omnium diaconus factus. L'esortazione è precisa e da sola sarebbe in grado di sostenere la fisionomia autentica del diaconato, se non fosse intervenuto nel tempo l'ostacolo della tiepidezza, che un santo del Cinquecento ritiene «la peggiore nemica di Cristo e dei cristiani». La tiepidezza è sempre in agguato e riesce a far apparire esagerato, quasi superfluo, ciò che in realtà è indispensabile per corrispondere alla specifica vocazione, nel nostro caso il ministero del diacono.
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