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domenica 23 agosto 2015

Il diacono motore di impegno


Nel secondo numero di questo'anno del trimestrale Unità nella carità, della Pia Società San Gaetano di Vicenza, Istituto religioso formato da preti e diaconi, riporto questo articolo di don Luca Garbinetto, sull'Expo di Milano, occasione per i diaconi di raccogliere la sfida della fame.



Il diacono è motore di impegno per una chiesa in uscita, che cerca sempre di collaborare con ogni uomo e donna di buona volontà

L'EXPO, occasione per i Diaconi di raccogliere la sfida della fame

A Milano è iniziata la grande esposizione mondiale dal titolo: "Nutrire il pianeta, energia per la vita", che ha come tema centrale il cibo. Se ne parla continuamente: è l'EXPO 2015.
Cosa c'entra questo evento con il diaconato? Senza entrare nei conflitti politici e sociali che mettono di fronte gli entusiastici promotori e i violenti denigratori dell'evento, la Chiesa si sta impegnando molto a fare la sua parte perché, nel parlare del cibo, non passi dimenticata la tragica situazione di milioni di persone nel mondo che patiscono la povertà e la fame, a causa di una ingiusta spartizione dei beni. In questo senso, non c'è ministero più adeguato del diaconato per aprire orecchi e cuore e prestare attenzione al tema trattato. Non si tratta tanto - o soltanto - di farsi presenti come diaconi all'EXPO, quanto piuttosto di raccogliere la sfida di una visione evangelica sulla questione.
Tradizionalmente, infatti, il diaconato è considerato "il ministero delle mense". Il testo di Atti degli Apostoli 6 parla dell'istituzione, nelle prime comunità cristiane, di un ministero che garantisse una equa distribuzione dei beni fra le vedove dei greci e quelle dei giudei, convertiti alla fede in Cristo. Sebbene non siano denominati esplicitamente così, nei sette uomini indicati agli apostoli perché imponessero loro le mani per questo servizio, da sempre si riconoscono i primi sette diaconi.
Nel mondo contemporaneo, le mense delle vedove, degli orfani, degli emarginati, senza nemmeno le briciole sul tavolo per mangiare, hanno assunto dimensioni globali. L'EXPO di Milano, dunque, oltre a mettere in mostra la creatività e la ricchezza di tanti Paesi che producono, trasformano, cucinano, vendono cibi in mille maniere, deve divenire anche una ulteriore opportunità per mostrare l'attenzione diaconale della Chiesa e in particolare dei diaconi.
Essi, infatti, sono chiamati a rinnovare la loro attenzione prioritaria alle necessità dei più poveri, per farsi "orecchio e occhio" dei vescovi e delle comunità cristiane nel rispondere al bisogno di solidarietà così urgente nel mondo.
Il diacono è ministro che, come Maria alle nozze di Cana, vede le necessità del popolo e le segnala al Signore, vivo e presente nel suo Corpo che è la Chiesa. Diviene quindi coscienza critica - mai però polemica - di una comunità cristiana che, per essere fedele alla missione del proprio Capo e Maestro, deve sporcarsi profeticamente le mani e continuare a impegnarsi perché tutti abbiano pane per nutrirsi e vino per fare festa.
Il diacono diviene così anche motore di impegno per una Chiesa in uscita, che cerca sempre di collaborare con ogni uomo e donna di buona volontà, disposti a seguire l'esempio di Gesù, che da ricco che era si fece povero e servo, per imbandire una tavola di cibi succulenti a cui tutti i popoli della terra possano sedersi in comunione e fraternità.
L'EXPO 2015 diviene allora un ulteriore spazio in cui giunge ai diaconi e alla Chiesa tutta la chiamata di essere attenti ai segni dei tempi e coraggiosi interpreti delle nuove frontiere di testimonianza del mondo contemporaneo.

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