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martedì 21 ottobre 2014

A servizio dell'unità


Il brano della lettera agli Efesini (Ef 2,12-22), che la liturgia di oggi (martedì della 29a sett. del T.O.) ci offre, mi fa riflettere sulla natura del servizio a cui siamo chiamati: una diaconia che conduce all'unità. Pensando alla figura del diacono come ponte e cerniera tra l'altare e il popolo, mi si imprimono sempre di più quelle caratteristiche della carità che mi riportano a quell'unità della comunità che siamo chiamati a costruire. È Gesù che "ci fa uno", mediante il suo sangue.
«In Gesù Cristo, voi che un tempo eravate lontani, siete diventati vicini, grazie del sangue di Cristo. Egli è la nostra pace, colui che di due ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro di separazione che li divideva…».
«Egli è venuto è venuto ad annunciare la pace a voi che eravate lontani, e pace a coloro che erano vicini. Così voi non siete più stranieri e ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio».
La diaconia, se non porta alla koinonia, alla comunione, all'unità è "cembalo risonante". La figura del diacono, quale ministro del calice, mi richiama a quel dare la vita a cui siamo invitati, sull'esempio di Gesù, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la vita


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