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sabato 29 gennaio 2011

La titubanza nella fede


"Chi è costui che anche il vento e il mare gli obbediscono?" (Mc 4,41).
L'episodio della tempesta sedata sul lago di Genezaret ci mostra non solo la potenza di Gesù sugli elementi della natura, ma anche e soprattutto, credo, il suo invito a rivedere la nostra fede.
"Perché avete paura? Non avete ancora fede?" (Mc 4,39).
Nel momento della prova, quando la nostra vita, la mia, la tua o quella della intera chiesa viene scossa, la promessa di Gesù di essere con noi "fino alla fine del mondo" (cfr. Mt 28,2) dà serenità e conferma la nostra speranza.
Parole di grande attualità, anche per le vicende che ci riguardano più da vicino, in questo diffuso turbamento che ci assale.
È l'invito a rafforzare quella pazienza evangelica che ci rassicura la positività nell'esito finale, certi della nostra responsabilità, personale e comunitaria, di essere "anima", "sale" in questa società debilitata.

1 commento:

  1. Caro Luigi, l'Italia, ma direi di più, il mondo mi appare percorso da venti turbolenti. Il vento soffia in mille e mille direzione e agita ogni luogo (Tunisia, Egitto, Albania, Russia, oltre naturalmente all'Afghanistan al Libano, ecc.). Un certo senso di impotenza credo ci percorra un po' tutti anche se in TV spesso appaiono strane "ombre umane" (io questi attori del presente li chiamo così) che stanno sulla scena mostranzo tracotanza e sicurezza. Assistiamo ad una guerra di tutti contro tutti. Credo proprio che ci sia bisogno di un colpo di reni possente che può venire solo dallo Spirito Santo. Una preghiera

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