Ricorre oggi, 20 aprile, l'anniversario della mia ordinazione diaconale: un grazie profondo da tutto il mio essere per l'amore con cui Dio mi ha inondato, esperienza unica oltre ogni limite umano e ogni mia incorrispondenza. Luce che ha illuminato la mia vita, quella della mia famiglia e di non poche persone che ho incontrato nella mio impegno pastorale; luce che sgorga dal mistero di Gesù che dà la vita per tutti.
Quel "dare la vita", quel morire, è essenzialmente e contemporaneamente un "vivere": vita che, offerta, rinasce…
L'icona di questa "trasformazione" è Gesù che, nel suo abbandono, muore e risorge: muore Lui e risorgiamo noi, con Lui ed in Lui: noi in Lui, noi-Lui, unico Cristo.
Così è l'esistenza di chi dà la vita per gli altri, per quella porzione di chiesa che gli è stata affidata.
Così è del diacono, sacramento di "Colui che è venuto per servire e dare la vita".
Ritorna alla mente e si imprime sempre più nel cuore quanto ho percepito nel mio intimo al termine della celebrazione dell'ordinazione, quando dissi al mio vescovo, guardando la folla che stipava la chiesa: Oggi ho capito la grandezza del mio battesimo, di quel battesimo che mi accomuna a tutti e mi fa loro servitore. Se grande è la grazia che ho ricevuto, ancor più grande è la grazia di essere chiesa, comunità che ama e che serve, ché senza di lei, io non avrei senso.
Più avanti mi si fece più chiaro che quella affermazione, fatta di getto e sotto l'emozione del momento, raccoglieva in sé una grande verità: se nella mia vita saprò corrispondere alla grazia e sarò quel "nulla d'amore" a cui la "diaconia" mi porta ad essere per i miei fratelli, allora potrò essere tramite di grazia e far crescere la comunità nell'unico amore di Cristo, nella vocazione della chiesa ad essere segno di quell'amore per il mondo. E prende corpo quell'intuizione che mi porto sempre nel cuore, quale meta da raggiungere: Io sono gli altri! Il mio "perdermi", per amore, nei fratelli fa di loro una comunità viva, diaconia in atto, nella reciprocità e verso il mondo in cui è immersa.
Essere fedele a questa chiamata è, con la Sua grazia, ripetere ogni giorno, con la mia vita, la mia totale adesione a Lui, accolto nel culmine del suo abbandono.
Tanti auguri caro Luigi
RispondiEliminaPace e benedizione
Julo d.
Tanti Auguri Luigi,il servo che è in te, sia luce per chi vuole iniziare a servire il prossimo. La gioia che accompagna il tuo "donarsi" sia forza e speranza per chi la riceve.
RispondiEliminaSaluti Luciano.
Grazie di cuore a tutti quelli che mi sono stati vicini in questa giornata importante...
RispondiElimina"Insieme" vogliamo camminare per quella via lungo la quale siamo stati chiamati, per la "gioia" di Gesù!
Luigi
Pace e gioia a te e a tutti quelli che incontri ogni giorno nel ministero che sei stato chiamato a realizzare per la Gloria del Signore.
RispondiEliminaUn abbraccio e auguri
vincenzo testa