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venerdì 11 dicembre 2009

Chiamati alla gioia

13 dicembre 2009 – 3a domenica di Avvento (C)

Parola da vivere

Rallegratevi sempre nel Signore! (Fil 4,4)


Il cristiano è "chiamato" alla gioia.
Lo so. Qualcuno esibirà un sorriso di scetticismo nel sentir parlare di una vocazione alla gioia.
Sarà smentito però dalla parola di Dio: "Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto, siate lieti", è l'imperativo di san Paolo alla comunità di Filippi.
Oggi il mondo ha bisogno di cristiani contenti, testimoni della gioia. Così tutti potranno vedere attraverso la nostra affabilità e serenità che il Signore è già in noi e con noi.
Fa pensare ciò che un ateo diceva a un prete: "Io ho bisogno di vedervi sempre tristi. Allora mi sento tranquillo e mi convinco una volta di più che Dio non esiste. L'unico momento che nutro dei dubbi, in cui comincio a sospettare che non sono tutte frottole che raccontano in chiesa, e che Dio può esistere, è quando vi vedo contenti".
Siamo preparati ad annunciare la 'buona notizia' con la nostra vita?
La predicazione di Giovanni Battista è esigente. La sua è una parola che esige una conversione interiore, una piena disponibilità, e vale per tutti.
Quella del cristiano non è una gioia qualsiasi. Per sperimentare la gioia, il credente sa che deve uscire da se stesso per aprirsi a Dio e ai fratelli. Ci viene quindi proposto uno stile di vita più sobrio, la condivisione dei nostri beni con i più poveri e disperati della terra. Gesù per primo prova grande gioia nell'attesa di potersi incontrare nel Natale con ciascuno di noi.

Testimonianza di Parola vissuta


Se devo dire che cosa significa per me vivere il cristianesimo nella mia realtà, non mi vengono in mente discorsi, concetti o dogmi, ma volti concreti: i volti dei miei amici. Cristo infatti mi si è fatto conoscere e continua ad affascinarmi attraverso di loro.
Quello che desideravo per me andava ben al di là di un bel sorriso stampato in faccia e qualche battuta al bar; io volevo essere felice davvero, sempre, in ogni istante, non soltanto quando le cose andavano come speravo: desideravo amici che mi volessero bene non perché a volte ero simpatica e divertente, ma perché ero io, proprio io, con i miei difetti e i miei malumori.
Mi ero quasi rassegnata che cose del genere fossero impossibili da ottenere, quando è avvenuto l'incontro che mi ha sconvolto la vita. Una ragazza che conoscevo pochissimo, figlia di conoscenti, mi ha invitato a conoscere i ragazzi della sua compagnia (di cui tra l'altro mi parlavano molto spesso anche i miei genitori); questo gruppo aveva un nome ben preciso: Gioventù Studentesca.
La mia vita è totalmente cambiata: ho trovato persone che mi vogliono davvero bene, e ciò che più mi colpisce è che la nostra amicizia non si limita allo stare assieme il sabato sera o alle feste, ma investe ogni momento, ogni passione, persino le difficoltà che una persona può provare: studiamo, cantiamo, balliamo, scherziamo, giochiamo, facciamo addirittura vacanze. Ma questo non perché siamo più bravi, più buoni e più attivi degli altri: abbiamo anche noi un bel po' di difetti, a volte litighiamo di brutto, ma rimaniamo insieme perché ciascuno sa e sperimenta che la persona che gli sta di fronte, anche se è antipatica, alla fin fine è come lui, vuole le stesse cose, e solo un Altro, lo stesso che ci ha messi insieme e ci ama infinitamente, può aiutarci.
Nasce naturale il desiderio di comunicare questa bellezza incontrata: proprio per questa voglia di rischiare le nostre idee e cercare di dare un giudizio sui fatti che accadono attorno a noi è nata l'idea di creare un giornalino, il "Lunedì", che distribuiamo nelle scuole.
Certo, non è facile professarsi credenti in un mondo dove l'idea ormai più diffusa è che tutto è relativo, e l'uomo si può costruire la vita da solo e come più gli piace; però che bello avere la consapevolezza di aver incontrato qualcosa di più vero e che ti rende più contento! È proprio come dice il Papa: "Egli non toglie nulla e dona tutto".

(Una studentessa)

(da "Camminare insieme" - vedi Testimoniare la Parola, esperienza in parrocchia)

2 commenti:

  1. Iniziamo a pregustare la "gioia" del Natale...

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  2. A volte la vita ti avvolge nel suo ritmo infernale e senza "amici" che ti sostengano diventa più difficile.
    La Parola di Dio, invece, è una grande consolazione che il grande potere di sollevarti e permetterti di gettare lo sguardo un po' in avanti.
    Così accade anche con questo passo di Paolo ai suoi "amici" di Filippi.
    E allora prego e spero che il Signore mi aiuti, per davvero a sperare l'insperato.

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