Maria Santissima Madre di Dio
Numeri 6,22-27 • Salmo 66 • Galati 4,4-7 • Luca 2,16-21
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Appunti per l'omelia
Secondo gli studiosi sarebbe questa la più antica festa mariana con officiatura. La celebrazione odierna sovraccarica spesso i temi, sovrapponendo una festa mariana con quella ideologica del capodanno civile, abolendo di fatto la Circoncisione del Signore, che è di gran lunga il tema principale del Vangelo del giorno.
Tutte le chiese d'oriente e d'occidente si sono sempre compiaciute di onorare la santissima madre di Dio, la Theotokos. Le prime feste mariane che la tradizione liturgica ricorda gravitano intorno al Natale o al 15 agosto.
A partire dal concilio di Efeso (431), il culto verso Maria crebbe mirabilmente in venerazione e amore, in preghiera e imitazione; venerandola come madre di Dio.
La maternità divina è all'origine di ogni privilegio di Maria.
Questa dignità è unica: la vergine ha concepito e partorito il Verbo di Dio secondo la carne, perciò può essere chiamata in verità Madre di Dio.
Ella non è soltanto madre del corpo di suo Figlio, ma è a pieno titolo la madre di questo Figlio che è Dio. L'essenziale di questa maternità è la relazione personale con Dio, che troviamo in Maria ad un livello unico di profondità.
Certamente resta una relazione infinitamente lontana dalle relazioni sostanzialmente divine che troviamo tra le Persone della ss. Trinità, e anche tra l'umanità di Gesù e il Verbo che l'assume. Tuttavia rimane la relazione più alta che sia pensabile tra una persona creata e il suo Creatore.
Maria, perciò, è al di sopra di ogni creatura e la Chiesa la venera e la ama, attuando le parole profetiche: «Tutte le generazioni mi chiameranno beata, perché grandi cose mi ha fatto l'onnipotente» (Lc 1,48).
L'eucaristia di oggi è celebrata lodando, benedicendo e glorificando il Padre per la maternità della beata vergine Maria.
Un motivo particolare, in questo rendimento di grazie della Chiesa, è la maternità divina di Maria in quanto maternità verginale.
I contemporanei fanno fatica ad accettare questo mistero.
Eppure la realtà del concepimento verginale di Maria per opera dello Spirito santo ci richiama alla grande verità dell'iniziativa di Dio nell'opera della salvezza e alla sua trascendenza.
Anche il teologo protestante Karl Barth diceva: «L'uomo Gesù Cristo non ha padre. La sua concezione non dipende dalla legge comune. La sua esistenza comincia con la libera decisione di Dio stesso, procede dalla libertà che caratterizza l'unità del Padre e del Figlio, legati dall'amore, cioè dallo Spirito santo... È il grande campo della libertà di Dio, ed è da questa libertà che procede l'esistenza dell'uomo-Gesù».
Per i Padri della Chiesa la verginità di Maria era il segno rivelatore della divinità di Cristo e il tipo della nuova nascita dei cristiani.
Affermare, pertanto, la maternità verginale di Maria significa superare i nostri razionalismi e affermare un elemento importante su Gesù Cristo. È una verginità in prospettiva cristologia.
La solennità odierna, nel contesto del Natale, ci porta alla mangiatoia di Betlemme, ai pastori, ai sentimenti di Maria che custodiva questi fatti nel suo cuore, al rito dell'ottavo giorno, quello della circoncisione del figlio a cui «fu messo nome Gesù».
Con quel rito il Signore fu circonciso come un vero Uomo e Primogenito maschio; entra finalmente a far parte anche di diritto della Famiglia d'Abramo (cf. Gen 17), del quale è il Discendente secondo la carne (cf. Mt 1,1; Gal 3,16). Ma la Famiglia di Abramo è il popolo santo della Promessa, che Cristo con la Croce deve conseguire e trasformare in Benedizione (cf. Gal 3,13-14). Cristo Signore perciò «si fece Diacono della circoncisione a causa della Fedeltà di Dio, per confermare la Promessa dei Padri che anche le nazioni pagane per misericordia glorificassero Dio» (Rm 15,8-9).
Inoltre, Cristo Signore è il Nucleo santo del popolo messianico, formato da Ebrei circoncisi e battezzati e da pagani ammessi alla salvezza per pura misericordia in forza del battesimo.
Per questo alla Circoncisione si attua l'Annuncio dell'Angelo a Maria Semprevergine (cf. Lc 1,31) e a Giuseppe (cf. Mt 1,21): il Bambino sarà chiamato "Gesù", "La Salvezza è il Signore": «Gesù Cristo è sempre lo stesso ieri, oggi e nei secoli eterni».
Il Signore Gesù è "oggi qui per noi", presente nel suo Vangelo, nel suo Corpo e nella sua Coppa, nella Chiesa sua Sposa.
"Gesù Cristo, Ieri e Oggi, il Medesimo per i secoli", che si deve leggere: "il nostro Ieri, il nostro Oggi, il Medesimo nostro per i secoli".
(spunti da Lectio: Abbazia Santa Maria di Pulsano)
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Vedi anche:
Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
I pastori riferirono ciò che era stato detto loro (Lc 2,17)
(vai al testo)
Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata:
Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose (Lc 2,19) – (01/01/2017)
(vai al testo)
Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
• Il Nome per eccellenza: Dio salva (30/12/2016)
• Alimentati dalla benedizione di Dio (30/12/2015)
• La Vergine Madre (30/12/2013)
• Madre dell'unica persona del Verbo di Dio, dono per il mondo (31/12/2012)
• Madre di Dio (30/12/2011)
Commenti alla Parola:
• di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
• di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2018)
• di Cettina Militello (VP 11.2016)
• Luigi Vari (VP 11.2015)
• di Luigi Vari (VP 11.2014)
• di Giovanni Cavagnoli (VP 11.2013)
• di Marinella Perroni (VP 11.2012)
• di Marinella Perroni (VP 11.2011)
• di Marinella Perroni (VP 11.2010)
• di Claudio Arletti (VP 11.2009)
• di Claudio Arletti (VP 11.2008)
• di Enzo Bianchi (A)
• di Enzo Bianchi (B)
• di Enzo Bianchi (C)
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