Leggo dal Direttorio per il ministero e la vita dei diaconi permanenti, al n. 46: «L'Ordine sacro conferisce al diacono, mediante gli specifici doni sacramentali, una speciale partecipazione alla consacrazione e missione di Colui che si è fatto servo del Padre nella redenzione dell'uomo e lo inserisce, in modo nuovo e specifico, nel mistero di Cristo, della Chiesa e della salvezza di tutti gli uomini. Per questo motivo, la vita spirituale del diacono deve approfondire e sviluppare questa triplice relazione, nella linea di una spiritualità comunitaria in cui si tenda a testimoniare la natura comunionale della Chiesa».
Una spiritualità di comunione, quindi. Una spiritualità personale e comunitaria allo stesso tempo, in cui si coglie nel profondo che l'esercizio della carità, nel servizio a cui si è chiamati, deve portare necessariamente all'unità; perché anche dare le nostre sostanze ai poveri, senza la carità (che è la comunione trinitaria che ci è partecipata in dono) non mi gioverebbe a nulla e saremmo come bronzi risuonanti, come ammonisce san Paolo (cf 1Cor 13,1 ss).
Lo ha ribadito anche il papa Giovanni Paolo II nel suo discorso ad un gruppo di Vescovi amici del Movimento dei Focolari, il 16 febbraio 1995, dove ha detto, tra l'altro: «Una spiritualità comunitaria o collettiva… La Chiesa, icona della Santissima Trinità, è mistero di comunione e sacramento di unità (cf LG, 1). La comunione tra i suoi membri è il primario e principale segno che essa offre perché il mondo possa credere in Cristo (cf Gv 17, 21). Essere uno in Cristo è, per così dire, la prima e permanente forma di evangelizzazione attuata dalla Comunità cristiana.
Il nostro tempo esige una nuova evangelizzazione. Richiede quindi con particolare intensità ed urgenza di rispondere a questa originaria vocazione personale ed ecclesiale: formare, in Cristo, "un cuore solo e un'anima sola" (At 4, 32). Un rinnovato annuncio del Vangelo non può essere coerente ed efficace, se non è accompagnato da una robusta spiritualità di comunione, coltivata nella preghiera, nell'impegno ascetico e nel tessuto delle relazioni quotidiane».
E nel Direttorio si legge pure, al n. 55: «Il diacono ricordi che la diaconia della carità conduce necessariamente a promuovere la comunione all'interno della Chiesa particolare. La carità è, infatti, l'anima della comunione ecclesiale».
(Quadro di Gabriele Marsili: Cielo e terra)
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