19a domenica del Tempo ordinario (C)
Sapienza 18,6-9 • Salmo 31 • Ebrei 11,1-2.8-19 • Luca 12,32-48
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Appunti per l'omelia
Nell'ora che non immaginate viene il figlio dell'uomo
Viene, ma non come una minaccia o un rendiconto che incombe. Viene ogni giorno ed ogni notte e cerca un cuore attento...come un innamorato, desidera essere desiderato...
Siate simili a quelli che aspettano il loro padrone...
La parabola del signore e dei servi è scandita in tre momenti. Tutto prende avvio per l'assenza del signore, che se ne va e affida la casa ai suoi servi. Così Dio ha consegnato a noi il creato, come in principio l'Eden ad Adamo. Ci ha affidato la casa grande che è il mondo, perché ne siamo custodi con tutte le sue creature. E se ne va. Dio, il grande assente, che crea e poi si ritira dalla sua creazione. La sua assenza ci pesa, eppure è la garanzia della nostra libertà. Se Dio fosse qui visibile, inevitabile, incombente, chi si muoverebbe più? Un Dio che si impone sarà anche obbedito, ma non sarà amato da liberi figli.
Quando il padrone arriva e bussa, gli aprono subito…
Nella notte i servi vegliano e attendono il padrone; hanno cinti i fianchi, cioè sono pronti ad accoglierlo, a essere interamente per lui. Hanno le lucerne accese, perché è notte. Anche quando è notte, quando le ombre si mettono in via; quando la fatica è tanta, quando la disperazione fa pressione alla porta del cuore, non mollare, continua a lavorare con amore e attenzione per la tua famiglia, la tua comunità, il tuo Paese, la madre terra. Con quel poco che hai, come puoi, meglio che puoi. Vale molto di più accendere una piccola lampada nella notte che imprecare contro tutto il buio che ci circonda.
Beati quei servi che al suo ritorno il padrone troverà ancora svegli
Si attende così solo se si ama e si desidera, e non si vede l'ora che giunga il momento degli abbracci.
In verità vi dico, - quando Gesù dice così assicura qualcosa di importante - li farà mettere a tavola e passerà a servirli. È il capovolgimento dell'idea di padrone: il punto commovente, sublime di questo racconto, il momento straordinario, quando accade l'impensabile: il signore si mette a fare il servo! Dio viene e si pone a servizio della mia felicità!
…e passerà a servirli
Gesù ribadisce due volte, perché si imprima bene, l'atteggiamento sorprendente del signore: e passerà a servirli. È l'immagine clamorosa che solo Gesù ha osato, di Dio nostro servitore, che solo lui ha mostrato cingendo un asciugamano. Allora non chiamiamolo più padrone, mai più, il Dio di Gesù Cristo, chino davanti a noi, le mani colme di doni.
Questo Dio è il solo che io servirò, tutti i giorni e tutte le notti della mia vita. Il solo che servirò perché è il solo che si è fatto mio servitore.
(spunti da Ermes Ronchi)
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Vedi anche:
Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Anche voi tenetevi pronti (Lc 12,40)
(vai al testo)
Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata (11/08/2013)
Dov'è il vostro tesoro, sarà anche il vostro cuore (Lc 12,34)
(vai al testo…)
Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
La fede di quel "piccolo gregge" (9/08/2013)
Commenti alla Parola:
• di Luigi Vari (VP 6.2016)
• di Marinella Perroni (VP 6.2013)
• di Claudio Arletti (VP 7.2010)
• di Enzo Bianchi
(Illustrazione di Giorgio Trevisan)
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