In questa settimana di preghiera per l'unità dei cristiani, ho riletto il discorso che Chiara Lubich ha pronunciato in occasione dell'Assemblea ecumenica di Graz nel giugno 1997, dove parla di un cammino di riconciliazione da percorrere sorretti da una spiritualità di comunione, spiritualità che anima profondamente ogni impegno ecumenico.
Eccone uno stralcio:
[...] Per intraprendere con frutto a vivere una spiritualità di riconciliazione occorre, nell'oggi del mondo e della Chiesa, che noi possiamo, con piena convinzione e nella verità, ripetere come nostre le parole dell'evangelista Giovanni: «… noi crediamo all'amore».
Ma Egli non ci ama solo come singoli cristiani, ci ama pure come Chiesa. E ama la Chiesa per quanto si è comportata nella storia secondo il disegno che Dio aveva su di essa.
Ma anche - e qui è la meraviglia della misericordia di Dio - la ama per quanto non vi ha corrisposto, essendosi i cristiani divisi, se però ora essi ricercano la piena comunione nella divina volontà.[...]
[...] Una spiritualità ecumenica così vissuta, potrà produrre frutti eccezionali. Ma, lo si intuisce, avrà soprattutto un particolare effetto: perché comunitaria, legherà in uno tutti coloro che la vivono, sicché si sentiranno solidali fra loro e, in un certo modo, già uno.
Avvertiranno di formare, per così dire, un solo popolo cristiano che potrà essere - con tutto ciò a cui conducono le altre forze suscitate dallo Spirito in questo tempo ecumenico - un lievito per la piena comunione tra le Chiese.[...]
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