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domenica 15 agosto 2010

Il nostro luminoso destino


Guardo a Maria assunta in cielo in anima e corpo, cioè nella sua totale esistenza, e contemplo in lei il luminoso destino, nostro, dell'umanità intera.
Il commento che Caudio Arletti ne fa esprime molto bene questa consolante verità. Ne riporto alcuni passi.

« (…)
Nell'Assunzione al cielo non vediamo ciò che la comunità cristiana deve essere, ma ciò che sarà per pura grazia di Dio. (…)
Oggi è molto difficile percepire la vita cristiana nella sua totalità, inclusa la morte e la vita eterna. (…) Tutto sembra consumarsi in questo orizzonte terreno fino a quando l'età o la malattia non presentano davvero alla nostra coscienza il problema della finitudine umana. (…)
Spesso crediamo erroneamente che la vita eterna inizi dopo la morte e che noi vi entreremo quando ci saremo presentati al cospetto di Dio.
Ma se così fosse, la vita eterna non sarebbe tale, avendo un inizio con la nostra morte. Se è eterna deve essere da sempre, senza avere un principio. Non possiamo essere noi a entrare nell'eternità, ma deve essere l'eternità, che ci precede, a entrare nella nostra concreta esistenza storica. (…)
La vita eterna consiste nell'amore pienamente realizzato e compiuto. Scrive san Giovanni nella sua prima lettera che chi ama, è passato dalla morte alla vita (1Gv 3,14). Al contrario, il nostro percorso sembrerebbe andare dalla vita alla morte. È l'amore che conferisce ai nostri atti e ai nostri gesti un valore eterno. Tutto quanto è avvolto dall'amore, come dalle bende che avvolsero il corpo di Cristo nel sepolcro non può conoscere la fine. Se l'amore non avrà mai fine, ogni gesto d'amore, ogni oggetto che rende strumento d'amore per Dio e i fratelli è già parte della vita eterna la quale entra nel nostro quotidiano salvando e permeando di sé tutto quanto è impregnato d'amore.
(…)
Vivere protesi al futuro pieno di Dio non significa ignorare il fratello che domanda il mio aiuto qui, ora. Perché tutto l'amore che vivo qui, da subito, è già vita eterna. Ritroverò tutto l'amore che ho vissuto e tutto ciò che ho fatto con amore in paradiso. Non può conoscere la fine né la consumazione. Noi risorgeremo assieme a tutto ciò con cui abbiamo amato gli altri. Per questo le nostre relazioni non sono un passatempo di questa vita, ma il tessuto che costituirà la nostra esistenza definitiva. Non si tratta solo di ricevere il premio eterno. È molto di più. È la vita senza fine di Dio che colora i miei giorni e prende possesso dei frammenti più luminosi del mio agire. (…)».
Così è di Maria!
«Non lei è entrata nell'eternità. Ma l'eternità, che è da sempre, è entrata in lei. Per questo non ha conosciuto la corruzione del sepolcro. In lei splende il nostro luminoso destino».

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