Questo vale per tutti i sacramenti.
La persona lo riceve per "essere" lei stessa quel "segno fatto persona".
Si riceve per sé, si riceve per gli altri, per essere dono all'umanità, quali persone "nuove" che formano un "corpo nuovo", Gesù presente oggi…
Il diacono, quale segno di Cristo che dà la vita per noi, in seno alla comunità vive secondo la sua vocazione se veramente "dà la vita" per i fratelli, facendosi "uno" con loro, ascoltandoli, accogliendo nel proprio cuore e nella propria vita ogni affanno e pena…
Le persone, sentendosi amate e non respinte, sperimentano l'amore di Dio; si sentono interiormente coinvolte dallo Spirito ad "essere benevole le une verso le altre, misericordiose", sollecitate al perdono reciproco, perché sperimentano il perdono di Dio nella persona che le ha accolte, come accoglierebbe Gesù, …in suo nome (cf Ef 4,32).
Così ciascuno si sentirà spinto a camminare nella carità, sull'esempio di Gesù, donando la propria vita per i fratelli, quale "sacrificio di soave odore" (cf Ef 5,1-2).
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