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venerdì 30 marzo 2018

Dalla risurrezione di Gesù è possibile un nuovo inizio per ciascuno


Pasqua di Risurrezione
Atti 10,34a.37-43 • Sal 117 • Colossesi 3,1-4 [1Corinzi 5,6-8] • Giovanni 20,1-9
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

"Gesù è risorto, è vivo, è di nuovo con noi! La vittoria della morte su di lui è stata passeggera: questo il lieto annuncio che oggi ci è rivolto; annuncio che può correre il rischio di non sorprendere più, ma che pur sempre ha la forza di ridonare gioia e speranza a quanti stanno vivendo l'esperienza della sofferenza, delle difficoltà e dell'insuccesso. Il sepolcro vuoto e la testimonianza di Pietro sono i motivi proposti per rinnovare la nostra fede nel Vivente, perché il nostro comportamento sia segnato dalle prospettive aperte dalla risurrezione" (da Parola che si fa vita).
Nessun evangelista racconta il momento della risurrezione di Gesù, ma solo ciò che è successo dopo. Perché? Perché la risurrezione del Signore si vede dalla nostra vita e nella nostra vita. Ci chiediamo, allora: l'uomo d'oggi come può fare esperienza del Signore risorto? Potremmo rispondere: solo se i cristiani testimoniano con la loro vita che Gesù è vivo in mezzo a noi.
Ma possiamo credere nella risurrezione solo se usciamo dal nostro "stare fermi", se ci mettiamo in movimento, se usciamo da noi stessi…
Leggiamo dal vangelo di Giovanni (cf Gv 20,1-9) di Maria di Magdala che si reca al sepolcro…, che corre e va da Simon Pietro; di Pietro e Giovanni che si recano al sepolcro: "correvano tutti e due insieme…".
Maria "corre" non perché crede nella risurrezione, ma per affetto verso Gesù, per ungere il suo corpo… Anche i discepoli vanno al sepolcro a vedere cosa significhi quel "hanno portato via il Signore dal sepolcro".
Solo chi è disposto a recarsi al sepolcro, cioè a mettersi in movimento, a non ripiegarsi su se stesso, sulle proprie miserie, può vivere l'esperienza della fede. Non si tratta di capire tutto, non ci è chiesto di essere perfetti, ma di camminare, di fare un "passaggio": dalle lamentele alla ricerca del Signore. Vivere la fede significa smettere di lamentarsi, uscire da sé, camminare e cercare.
La risurrezione non è una magia! È vedere la vita in maniera nuova. Certo, di fronte alle difficoltà diciamo anche noi come le donne: chi ci sposterà la pietra del sepolcro? Però, appena arrivati, occorre entrare nel sepolcro, andando oltre le nostre paure. Vedere le cose e gli avvenimenti in maniera nuova.
Giovanni arriva, guarda, ma non entra. Pietro arriva ed entra. Allora anche l'altro discepolo entra, vede e crede.
Entrare nel sepolcro e vedere che non è più un luogo abitato dalla morte: sono le premesse per poter credere nella risurrezione.
La fede nella risurrezione non è una semplice fiducia nella vita, ma è credere che la vita nasce dalla morte, come il chicco di grano che caduto in terra muore e produce vita.
Si tratta di entrare nelle situazioni di morte. Entrare e avere in coraggio di guardare in faccia le nostre fragilità, il nostro peccato, le nostre sofferenze, il nostro dolore. Saper guardare oltre e vivere la risurrezione, amando come ha amato Gesù, soprattutto credendo al suo amore per di noi. Dio ci ama personalmente, così come siamo… Ha dato la vita "per me"!
Scrive l'evangelista Giovanni: "Siamo passati dalla morte alla vita perché amiamo i fratelli".
Guardare oltre: Dove? Cosa? Di fronte alle nostre debolezze, ai nostri fallimenti, al nostro dolore… saper scorgere il volto di Gesù, di Colui che ha preso su di sé tutto il nostro dolore. E riconoscerlo: "Sei Tu!". In uno slancio d'amore per lui, abbracciandolo, abbracciamo il nostro dolore che è una sua particolare presenza, dimostrando così il nostro amore per lui, mettendoci poi a fare la volontà di Dio del momento presente, amando il prossimo che ci passa accanto.
Questo è passare dalla morte alla vita. Questo è entrare nel sepolcro.
In questo nostro "camminare", in questo nostro "uscire da noi", Gesù risorto ci fa dono del suo Spirito, con i suoi doni: la pace, la gioia, la speranza per poter "vedere" con occhi nuovi, con gli occhi del Risorto, la nostra vita, gli avvenimenti che accadono nel mondo.
Il Signore risorto non ha risolto tutti i problemi, ma ha mostrato che è possibile un nuovo inizio: oggi, ora, a qualsiasi età… perché lui è il Vivente.
Allora possiamo ripetere, con cuore sincero, con le parole della Sequenza: "Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto. Tu, Re vittorioso, abbi pietà di noi".

(spunti da L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio")

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Egli doveva risorgere dai morti (Gv 20,9)
(vai al testo…)

Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 E vide e credette (Gv 20,8) - (05/04/2015)
(vai al testo…)
 È risorto! ( Mc 16,6) - (08/04/2012)
(vai al testo…)
 Noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute (At 10,39) - (11/04/2009)
(vai al post "Noi siamo testimoni")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  "Doveva" risorgere (04/04/2015)
  È risorto! (07/04/2012)

Commenti alla Parola:
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 4.2018)
  di Luigi Vari (VP 3.2015)
  di Marinella Perroni (VP3.2012)
  di Claudio Arletti (VP 3.2009)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano

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