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venerdì 26 settembre 2014

Fare la volontà del Padre, sull'esempio di Gesù


26a domenica del T.O. (A)

Appunti per l'omelia

Per comprendere la parabola proposta dal brano del vangelo odierno (cf Mt 21,28-32), occorre ricordare la situazione concreta che spinge Gesù a narrarla. I "trasgressori" della Legge, cioè i pubblicani e i peccatori, ascoltano il suo annuncio e si convertono. Invece i responsabili di Israele, sacerdoti e anziani del popolo, rifiutano Lui e il suo messaggio, appellandosi alla fedeltà verso la Legge. Nel tempo, poi, in cui Matteo scrive il vangelo, i pagani accolgono la predicazione della chiesa, mentre i giudei la rifiutano in massa.
Nella parabola Gesù delinea due tipi diversi di risposta a Dio che rivela la sua volontà.
C'è il comportamento dei peccatori e dei pagani rappresentati dal primo figlio. È su questa categoria che Gesù intende richiamare subito l'attenzione. Sono gli uomini e le donne che dicono di no, cioè non osservano la Legge, come i ladri, i pubblicani, le prostitute, e vengono disprezzati e condannati dalla categoria degli osservanti.
Essi però hanno avuto la fortuna di incontrare Gesù, o meglio di lasciarsi trovare da Lui che li andava cercando. Il suo messaggio è certamente più esigente della Legge, perché chiede un radicale cambiamento di vita. Ma è incentrato nell'annuncio che Dio è Amore e quindi attende e desidera abbracciare i figli perduti. Per questo, scoprendosi amati, essi accolgono la volontà di Dio che Gesù rivela.
Spesso chi ha sperimentato il freddo e il vuoto lontano da casa, sa scoprire e gustare la gioia del rientro in famiglia molto più di chi ci vive dentro in modo abitudinario e superficiale. Allora, se prima hanno detto "no", ora dicono un "sì" pieno alla volontà del Padre. In questo passaggio dal "no" al "sì" sta la loro conversione («Ma poi si pentì e vi andò»).
C'è, poi, la categoria raffigurata nel secondo figlio.
Sono i maestri e le guide religiose del popolo. La parabola mostra che mentre sono persuasi di essere fedeli alla volontà di Dio manifestata dalla Legge, in realtà rifiutano il suo disegno che ora si sta attuando in Gesù. In nome dell'attaccamento alla Legge, tradiscono Dio, che rivela la sua volontà definitiva in Gesù. Non è pensabile, infatti, che si possa dire di sì alla Legge e di no a Cristo. Essi, avrebbero dovuto riconoscere la volontà di Dio che si manifestava nella predicazione di Giovanni Battista e poi in quella di Gesù, e avrebbero dovuto dare un esempio di accoglienza pronta e totale di tale verità. Invece, prigionieri della loro falsa sicurezza e autosufficienza, si rifiutano di convertirsi, diventando ribelli alla volontà di Dio.
La parabola stigmatizza l'adesione formale, piena di rispetto, del secondo figlio, che dice di sì all'appello del padre, ma, poi, non attua l'impegno che si è preso.
È l'atteggiamento religioso di chi professa la fede, recita il Credo, sa a memoria le verità rivelate e i Comandamenti. Ma sul piano delle scelte concrete non compie le opere che la fede richiede.
Gesù non nasconde la sua simpatia per la categoria richiamata dal primo figlio.
La gente perduta ha scoperto la misericordia del Padre, ha accolto la parola di Gesù ed è stata capace di "pentirsi". I "giusti", invece, osservanti meticolosi della Legge, ritenendo di non aver bisogno di conversione, si chiudono alla nuova volontà di Dio rivelata da Gesù. Allora coloro che secondo la valutazione corrente sono i primi, possono diventare gli ultimi di fronte al Regno di Dio che si fa presente in Gesù:«In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio».
Il richiamo ad una concreta conversione ci viene dall'invito dell'apostolo Paolo (cf Fil 2,1-11) ad avere, superando ogni spirito di «rivalità o vanagloria» e «considerando gli altri superiori a se stessi», ad avere gli «stessi sentimenti di Cristo Gesù, … che non ritenne un privilegio l'essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo…».



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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Chi dei due ha compiuto la volontà del Padre? (Mt 21,31)
(vai al testo) - (pdf, formato A5/A4c)

Commenti alla Parola:
  di Gianni Cavagnoli (VP 2014)
  di Marinella Perroni (VP 2011)


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