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lunedì 10 giugno 2013

La diaconia dell'ascolto [3]


La rivista Il Diaconato in Italia dedica il n° 178 al tema della diaconia dell'ascolto (Educare alla fede: la diaconia dell'ascolto).
Nel riportare i vari articoli nel mio sito di testi e documenti, segnalo altri interventi.





Antropologia e diaconia dell'ascolto (Riflessioni)
di Giovanni Chifari

La fede nasce dall'ascolto e possiede sempre una base umana di partenza. Cercare pertanto di analizzare e verificare l'incidenza dell'ascolto nelle attuali società, può essere un utile strumento per avere un'intelligenza spirituale del nostro tempo. La mancanza di ascolto sembra, infatti, caratterizzare politiche non più in grado di accogliere il grido dei poveri e degli ultimi e di servire il bene del Paese, il fallimento di relazioni affettive e interpersonali, l'annoso problema educativo, nonché il dilatarsi della distanza fra nuove e vecchie generazioni e altri aspetti ancora. A questa tendenza diffusa, nel tempo della società liquida e tecnologica, si aggiunge lo stile di una comunicazione rapida e mutevole, che però sa ascoltare poco. Se questa è un po' la situazione generale, si tratta adesso di osservare se questo stile si è riflesso nella vita, nella fede e nel servizio dei cristiani, con particolare attenzione al servizio dei diaconi, cercando di verificare se esistono compromessi con le logiche e le mode di questo mondo che spegnerebbero ogni sorta di profezia nell'esercizio della diaconia o se si percepisce ancora quella "differenza" cristiana che sta alla base del servizio dell'evangelizzazione. [...]
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Ministerium Verbi (Pastorale)
di Enzo Petrolino

Nella Costituzione Conciliare sulla Chiesa la Lumen Gentium si afferma: «Il Popolo santo di Dio partecipa pure all'ufficio profetico di Cristo col diffondere dovunque la viva testimonianza di lui, soprattutto per mezzo di una vita di fede e di carità, e coll'offrire a Dio un sacrificio di lode». Questa constatazione ci porta a riflettere e a comprendere quanto sia grave la nostra responsabilità di testimoni di Cristo, portatori della salvezza e annunciatori di speranza. «Tramite lo Spirito promesso alla Chiesa, la Parola di Dio si manifestata una volta per tutte si fa continuamente viva e presente nella Chiesa». Il Concilio dice: «Così Dio, il quale ha parlato in passato, non cessa di parlare con la sposa del suo Figlio diletto, e lo Spirito Santo, per mezzo del quale la viva voce dell'Evangelo risuona nella Chiesa e per mezzo di questa nel mondo, introduce i credenti alla verità intera e in essi fa risiedere la parola di Cristo in tutta la sua ricchezza (cf. Col 3,16)». […]
La Parola di Dio, quindi, appartiene a tutti. Tutti i cristiani hanno una missione profetica in virtù del battesimo e della cresima, ossia in virtù della loro unione a Cristo-profeta, e per la grazia che deriva loro dagli altri sacramenti, hanno la capacità, e quindi il diritto e il dovere, di esplicare una vera missione profetica. […]
Il diacono che nella comunità si trova a svolgere il doppio ruolo di responsabile della profezia all'interno della comunità ma anche responsabile della dimensione profetica del proprio battesimo avrà bisogno di sviluppare in modo particolare la propria competenza ministeriale in ordine alla profezia nella Chiesa. […]
Se il luogo originario della formazione al discernimento profetico potrà essere il momento accademico, si deve affermare che lo sviluppo di tale competenza ha come luogo principale la fraternità diaconale. È in questo luogo (senza escludere i luoghi di partecipazione comunitaria più ampia) che il diacono può essere aiutato a sviluppare tale capacità. […]
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Il diaconato permanente… in evoluzione (Analisi)
di Vincenzo Mango

Dalle testimonianze degli apostoli e dai testi del Nuovo Testamento è chiaramente testimoniato il grande influsso che il diaconato, riconosciuto con il carattere di ordine sacro, ha offerto soprattutto nella Chiesa primitiva e nel mondo cristiano. I diaconi, distribuiti in modo diverso nelle specifiche regioni, svolgevano dappertutto lo stesso ruolo, benché gli aspetti e gli accenti del loro impegno erano vari e in modo vario anche formulati. Il diaconato raggiunse la sua stabilizzazione nel corso del IV sec. Così che nelle direttive sinodali e conciliari proprie di tale periodo, il diaconato è considerato come elemento essenziale della gerarchia della Chiesa locale. Giunto, così, alla sua stabilizzazione, per varie ragioni e proprio nello stesso periodo, sorgeva gradualmente e in modo sempre più evidente un fatto nuovo: le funzioni del diacono, svolte anche dagli altri ministri inferiori (come i suddiaconi), finirono per assorbite da questi fino a farle diventare proprie.
Ma, con la stessa gradualità e, ritenendo che l'ordine superiore contenesse quello inferiore, anche dall'ordine superiore del presbiterato venivano man mano esercitate le funzioni del diacono, tanto che divenne prassi svolgerle definitivamente, fino a farne perdere la specificità al diaconato. Così che esso, entrato in declino nel Medioevo, scomparve come ministero permanente e le sue funzioni continuarono ad essere esercitate dai candidati ad sacerdozio, ma solo temporaneamente e nel periodo di attesa dell'ordinazione al presbiterato o all'episcopato.
Nonostante ciò, niente ha impedito che dal tempo della scolastica fino ai nostri giorni ci si interessasse del suo significato teologico e, in particolare, del problema del suo valore sacramentale come grado dell'ordine. Questa situazione, quindi, divenuta prassi fino al XX secolo, con l'avvento del concilio Vaticano II è avvenuto che l'ordine del diaconato fosse ripristinato come sacramento stabile e affidato a soggetti celibi o coniugati, riconoscendone l'originalità e l'autonomia nelle sue funzioni. […]
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I laici nella Chiesa e nel mondo (Confronti)
di Francesco Giglio

Uno dei tanti meriti del Concilio Vaticano II è stato senza dubbio la riscoperta del ruolo dei laici nell'ambito della Chiesa. Quando si parla di "laici" si intendono tutti i fedeli (eccetto i consacrati e coloro che hanno ricevuto l'Ordine Sacro) che dopo essere stati incorporati a Cristo nel battesimo e costituiti "Popolo di Dio", compiono nella Chiesa e nel mondo la missione specifica del Popolo di Dio. Il Concilio, più che badare alla Chiesa clericale, con tutto il giuridicismo che affiora nelle funzioni di autorità e di sudditanza, considera la Chiesa nell'aspetto totale di Popolo incamminato nella universale vocazione alla santità. In questa comunità ecclesiale carismatica, le mansioni, sono ordinate più secondo il mistero della carità, che non secondo la dicotomia del comando e dell'obbedienza. […]
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