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venerdì 17 febbraio 2012

Il perdono di Dio, frutto della fede


7a domenica del T.O. (B)

Appunti per l'omelia

"Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati»" (Mc 2,5). La fede, non solo della singola persona, ma anche di tutti coloro che col paralitico condividono il suo stato di infermità, ha il potere di smuovere il cuore di Dio per un intervento non solo sul corpo, ma su tutta la persona. Il perdono dei peccati ne è la concreta espressione.
Ad una umanità peccatrice e malata Gesù manifesta la propria misericordiosa natura divina, prima perdonando i peccati del paralitico, che solo Dio può rimettere, poi restituendogli la salute.
La Parola di questa domenica ci presenta Gesù come la realizzazione e il pieno compimento delle promesse di salvezza di Dio, aprendo per questa umanità disorientata una strada nuova, piena di speranza e di luce, nel deserto di questo mondo.
In Gesù "abita corporalmente tutta la pienezza della divinità" (Col 2,9); in Lui ogni distanza con Dio è annullata; nel perdono di Dio ogni cuore ferito e affranto trova la vita; ogni guarigione del corpo trova in ultima istanza la guarigione dello spirito: l'unità dell'anima col suo Creatore e l'unità della natura ricomposta in armonia.
La fede ci spinge all'incontro con Gesù, quella fede che sa spostare le tegole del tetto nel punto preciso in cui si trova colui che "annunciava loro la Parola", metafora di quella fede che sa spostare anche le montagne, per una richiesta di guarigione del corpo: risposta di un Dio che guarisce le membra per sanare tutta la persona.
Monito per noi e per tutti coloro che stanno attraversando momenti di difficoltà e sono magari lontani da Dio: la preghiera e la testimonianza di chi sa farsi carico del fardello pesante dell'esistenza è essenziale per poter riconoscere i doni di grazia che l'amore del Padre riserva per ciascuno ed essere così in grado di aprire il cuore alla riconciliazione ed al perdono.
La comunità cristiana, lungi dall'essere il luogo dove uomini religiosi non sanno ascoltare e non vivono nell'attesa della Parola che continuamente si rivela perché ricchi della propria verità pronta a risolvere ogni problema, è invece il luogo della testimonianza del "sì" di Dio all'uomo, dove l'uomo è in grado di professare il proprio "Amen" ed essere testimone fedele ed annunciatore entusiasta della novità di vita che continuamente si sperimenta nell'incontro col Signore risorto. A nessuno è concesso, per poter vivere da vero testimone della risurrezione, lasciarsi condizionare dal proprio buio passato o dalle proprie limitate certezze, ma a tutti è chiesto di sapersi incamminare, sorretti da un fede che sa "vedere", verso una strada piena di speranza per un mondo veramente rinnovato dalla luce del vangelo.


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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Figlio, ti sono perdonati i peccati (Mc 2,5)
(vai al testo) - (pdf, formato A5)

Commenti alla Parola:
di Marinella Perroni (VP 2012)
di Claudio Arletti (VP 2009)
di Enzo Bianchi



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