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sabato 8 novembre 2008

Il lavoro del diacono

Mi è capitato di dover approfondire alcuni aspetti del documento conciliare sulla Chiesa, la "Lumen gentium", ed in particolare il capitolo IV che parla dei laici.
In modo mirabile il Concilio descrive chi sono i laici e la loro indole peculiare.
Voglio soffermarmi sul passo del paragrafo 31: "Per loro vocazione è proprio dei laici cercare il Regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio. Vivono nel secolo, cioè implicati in tutti e singoli i doveri e affari del mondo e nelle ordinarie condizioni della vita familiare e sociale, di cui la loro esistenza è come intessuta. Ivi sono da Dio chiamati a contribuire, quasi dall'interno a modo di fermento, alla santificazione del mondo mediante l'esercizio del proprio ufficio e sotto la guida dello spirito evangelico, e in questo modo, a manifestare Cristo agli altri, principalmente con la testimonianza della loro stessa vita e col fulgore della loro fede, della loro speranza e carità. A loro quindi particolarmente spetta di illuminare e ordinare tutte le cose temporali, alle quali sono strettamente legati, in modo che sempre siano fatte secondo Cristo, e crescano e siano di lode al Creatore e Redentore".
Prima dice anche qualcosa di coloro che non sono laici: "I membri dell'ordine sacro, sebbene talora possano attendere a cose secolari, anche esercitando una professione secolare, tuttavia per la loro speciale vocazione sono destinati principalmente e propriamente al sacro ministero".
Davanti a questo testo del Concilio mi è venuta alla mente la condizione dei diaconi permanenti, che di norma sono sposati ed esercitano una professione. Non si distinguono, per le loro attività nel mondo, da chiunque abbia famiglia ed una professione. Il diacono però non si realizza primariamente nel suo lavoro, ma nella sua vocazione ecclesiale particolare.
Leggo ne "Il Direttorio per il ministero e la vita dei diaconi permanenti (Impegni professionali)", al numero 12: "L'eventuale attività professionale o lavorativa del diacono ha un significato diverso da quella del fedele laico. Nei diaconi permanenti il lavoro rimane collegato al ministero; essi, pertanto, terranno presente che i fedeli laici, per loro missione specifica, sono "particolarmente chiamati a rendere presente e operosa la Chiesa in quei luoghi e in quelle circostanze, in cui essa non può diventare sale della terra se non per loro mezzo".

Il lavoro fa parte della nostra vita, ma il suo scopo è un altro: per il diacono anche il lavoro rimane legato al ministero.
La difficoltà però sta nello scoprire come questa "diversità" si realizzi, senza cadere nel clericale.
Qui sta la sfida!

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