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venerdì 8 luglio 2016

Chiamati a diventare samaritani


15a domenica del Tempo ordinario (C)
Deuteronomio 30,10-14 • Salmo 18 • Colossesi 1,15-20 • Luca 10,25-37
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico
Seguono poche righe, uno dei racconti più brevi al mondo, e più belli, in cui è condensato il dramma e la soluzione di tutta intera la storia umana. Un uomo: non sappiamo il suo nome, ma sappiamo il suo volto: ferito, colpito, terrore e sangue, faccia a terra, non ce la fa... È il volto eterno dell'uomo. Il mondo intero passa per la strada che va da Gerusalemme a Gerico. Nessuno può dire: io faccio un'altra strada, nessuno può dirsi estraneo alle sorti del mondo. Ci salveremo tutti insieme, o salvezza non sarà.

Un sacerdote scendeva per quella medesima strada…
Il primo che passa è un prete, un uomo di Dio. Vede l'uomo a terra, lo aggira, passa oltre.
Oltre la carne e il dolore dell'uomo non c'è Dio, non ci sono il tempio e il culto solenne, c'è solo l'illusione di poter amare Dio senza amare il prossimo, l'illusione di sentirci a posto perché credenti, il pericolo di una religiosità vuota. L'appuntamento con Dio è sulla strada di Gerico. "Percorri l'uomo e arriverai a Dio", dice sant'Agostino.
Il secondo che passa è un levita... Forse pensa: Ma perché Dio non interviene lui a salvare quest'uomo? Dio interviene sempre, ma lo fa attraverso i suoi figli, attraverso di me. La sua risposta al dolore del mondo sono io, inviato come braccia aperte.

Invece un Samaritano, che era in viaggio…
Un Samaritano, un eretico, un nemico, mosso a pietà, gli si fa vicino. Sono termini di una carica infinita, bellissima, che grondano di luce, grondano di umanità. Non c'è umanità possibile senza la compassione, il meno sentimentale dei sentimenti, il meno zuccheroso, il più concreto: prendere su di me il destino dell'altro.
Non è spontaneo fermarsi. La compassione non è un istinto, ma una conquista. Come il perdono: non è un sentimento, ma una decisione.

…passandogli accanto… vide, ne ebbe compassione…
L'evangelista Luca mette in fila dieci verbi per descrivere l'amore: lo vide, si mosse a pietà, si avvicinò, scese, versò, fasciò, caricò, lo portò, si prese cura, pagò... fino al decimo verbo: al mio ritorno salderò...
Questo è il nuovo decalogo, i nuovi dieci comandamenti, per tutti, perché l'uomo sia promosso a uomo, perché la terra sia abitata da "prossimi", non da avversari.

Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico…
Un uomo fortunato, perché l'esperienza di essere stato amato gratuitamente, anche una sola volta nella vita, riempie di senso per lungo tempo la vita, risana in profondità chi ha subito violenza e si è sentito calpestato nell'anima.

Ma chi è il mio prossimo?
Gesù risponde: tuo prossimo è chi ha avuto compassione di te. E continua a dirci: ama il prossimo tuo, ama i tuoi samaritani, quelli che ti hanno salvato, rialzato, che hanno pagato per te. Impara l'amore dall'amore ricevuto. Diventa anche tu samaritano.

(spunti da Ermes Ronchi)

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Gli si fece vicino (Lc 10,34)
(vai al testo)

Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata (14/07/2013)
Va' e anche tu fa' così (Lc 10,37)
(vai al testo…)

Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
Come farsi prossimo (12/07/2013)

Commenti alla Parola:
  di Luigi Vari (VP 5.2016)
  di Marinella Perroni (VP 5.2013)
  di Claudio Arletti (VP 6.2010)
  di Enzo Bianchi

(Illustrazione di Giorgio Trevisan)

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