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venerdì 16 novembre 2012

L'incontro definitivo, il futuro che ci attende


33a domenica del T. O. (B)

Appunti per l'omelia

L'anno liturgico sta per concludersi e la Parola di Dio vuole orientare la nostra attenzione agli eventi futuri verso i quali è in camminata la storia del mondo e dell'umanità. Lo fa anzitutto attraverso il messaggio di Daniele (12,1-3), dove assistiamo alla lotta tremenda fra il bene e il male. Ma sarà di Dio la vittoria finale, vittoria che culminerà nella risurrezione, dove «i saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento… come le stelle per sempre» (Dn 12,3).
«Molti si risveglieranno…». Gesù sarà il primo a "risvegliarsi" per la "vita eterna", dopo aver fatto l'esperienza amara della morte, aprendo la via della risurrezione a tutti noi: «Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena alla tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra» (Sal 15,11).
La speranza e l'attesa di questo futuro viene alimentata dal racconto evangelico (Mc 13,24-32), dove Gesù annuncia che cosa avverrà nel mondo, cosa accadrà ai suoi discepoli, cosa accadrà a Gerusalemme e come si concluderà la storia del mondo.
Con un linguaggio fortemente immaginoso, Gesù intende significare che sarà un avvenimento unico e irripetibile, dove l'intervento di Dio scuoterà la stessa natura e coinvolgerà tutto il creato, dove il vecchio mondo, inquinato dal peccato, scomparirà per lasciare spazio al nuovo.
«Il Figlio dell'uomo verrà sulle nubi con grande potenza e gloria»; sulle nubi, simbolo della presenza di Dio, come Dio; e «manderà gli angeli», che dipendono solo da Dio, quale segno del poter divino. «E radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall'estremità della terra fino all'estremità del cielo». Sarà un evento di salvezza!
Più che sull'aspetto punitivo dei malvagi, tutta l'attenzione è concentrata sulla venuta di Cristo e sul raduno degli eletti. Questo è il cuore dell'annuncio: un evento molto lieto, non da temere come un pericolo, ma da desiderare.
Attorno al Cristo glorioso saranno raccolti tutti i suoi per ricomporre la famiglia e celebrare la festa eterna. Anche se la storia dell'umanità è solcata di lacrime, il disegno di Dio però le riserva un finale non di fallimento definitivo, ma di sorprendente e totale positività. Non l'aspetto minaccioso di un nemico, ma il volto di una persona, la più cara ed amata. Avrà il volto di Gesù risorto e di una famiglia universale riunita attorno a Lui per la vita e la beatitudine eterna.
Nell'attesa, però, la tentazione di lasciarsi ingannare da ciò che è estremamente precario, è sempre in agguato. È la tentazione di vivere come se non dovessimo aspettare più nulla o nessuno, dimenticando che ogni giorno, ogni attimo ci viene donato perché ci prepariamo responsabilmente all'Incontro.
«Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno» (Mc 13,31).



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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno (Mc 13,31)
(vai al testo) - (pdf, formato A5)

Commenti alla Parola:
  di Marinella Perroni (VP 2012)
  di Claudio Arletti (VP 2009)
  di Enzo Bianchi



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