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venerdì 8 giugno 2018

Anche noi "consanguinei" di Gesù


10a domenica del Tempo Ordinario (B)
Genesi 3,9-15 • Salmo 129 • 2Cornzi 4,13-5,1 • Marco 3,20-35
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Il brano evangelico di questa domenica (cf Mc 3,20-35) ci presenta un episodio del ministero di Gesù che non mancherà di sorprenderci: i parenti di Gesù si recano a Cafarnao per prenderlo con sé e ricondurlo alla ragione («..i suoi uscirono per andare a prenderlo; poiché dicevano: "È fuori di sé"». Possibile che la sua famiglia sia cieca fino a questo punto? Non si rendono conto che il messia non deve essere ostacolato nel suo cammino, che nessuno può impedirgli di compiere la sua missione?
Per capire il loro atteggiamento, bisogna ricordare che i primi trent'anni di Gesù erano trascorsi nell'oscura banalità di una vita simile a quella di tutti gli altri. Poi, all'improvviso, quest'uomo abbandona il suo villaggio e si mette a percorrere il paese avanzando pretese abnormi, come quella di correggere la Legge e le venerabili tradizioni del popolo eletto. Come accettare tutto questo? In effetti, lo zelo di Gesù per la casa di suo Padre appare eccessivo, quasi folle e la sua famiglia ha molti buoni motivi per essere preoccupata. Ma egli non cesserà di sconcertarli, fino alla suprema follia della croce. Solo Maria ed alcuni parenti si lasceranno trascinare fino al calvario. Quanta fatica per accettare quell'uomo e quanta ancora ne dovranno fare per comprenderlo!

Ben diversamente grave ed inquietante è il giudizio perentorio pronunciato dagli scribi. L'evangelista non ha dubbi: è una bestemmia contro lo Spirito santo, la cui gravità deriva dal fatto che non si tratta più semplicemente di un errore sulla persona di Gesù, ma di un rifiuto positivo e deliberato della grazia e della rivelazione. Chiamare satana il figlio di Dio significa collocarsi al di fuori della salvezza.
«È posseduto da uno spirito immondo»: questo è il peccato degli accusatori di Gesù, è questa la "bestemmia" non perdonabile. Tutti gli Ebrei sanno che gli spiriti impuri possono essere espulsi solo dallo Spirito della Santità divina. La bestemmia contro lo Spirito di Santità è quando si bestemmia Gesù Cristo, negando che Egli sia Dio, pieno del medesimo Spirito, e che le sue opere vengano dalla Potenza dello Spirito Santo.

«Giunsero intanto sua madre e i suoi fratelli». I parenti sanno dell'accusa che rivolgono a Gesù, di essere un «falso profeta», che porta fuori della Legge di Mose. Ora, la pena prevista per i falsi profeti è la morte: il falso profeta «deve morire» (Dt 18,20). Ma se i parenti riuscissero a far passare Gesù per pazzo e irresponsabile, allora gli eviterebbero quel pericolo.
I parenti di Gesù erano venuti per riprenderselo con il pretesto aperto che era «uscito fuori di sé», un pazzo. E portano anche la madre di lui, come persona più convincente. Stanno fuori della porta della casa di Pietro, per la folla che si ammassava, e inviano qualcuno per farlo uscire e portarlo via con loro: «Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori e ti cercano».
Gesù con l'occasione espone allora uno dei massimi insegnamenti del vangelo. Risponde alla chiamata con una domanda, che sembra quasi sprezzante, e non lo è affatto: «Chi è la madre mia e i fratelli miei?». Poi guarda i suoi ascoltatori intorno a Lui, e afferma: «Ecco la madre mia e i fratelli miei». Sono proprio quelli. Sono loro ma non semplicemente perché sono quelli, bensì solo per un titolo sovrano: «Chi avrà messo in opera la Volontà di Dio, questo è "di me" fratello e sorella e madre».
In forma semplice, ma abissalmente profonda, l'affermazione rimanda discretamente al fatto che anzitutto la Madre, Maria, ascolta e mette in pratica la divina Volontà. Lo narra Luca nell'annunciazione: «Ecco la schiava del Signore». Anche i "fratelli" di sangue, i cugini, che solo dopo ascolteranno la sua Parola che riconosceranno come proveniente da Dio, e la praticheranno. Tuttavia saranno come la Madre, uniti a Lui dalla carne nuova e dal sangue nuovo, quelli che nei secoli saranno i suoi fedeli ascoltatori, obbedendo a Lui nel mettere in pratica la sua Parola.

Anche a noi oggi si impone la scelta di come essere "consanguinei" di Gesù… Essendo forse un po' "pazzi" come Lui per seguirlo; non troppo "ragionevoli" se si vuole appartenere alla vera parentela di Gesù, quella che trova in lui la propria famiglia e la propria casa.

(spunti da Lectio: Abbazia Santa Maria di Pulsano)

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Chi fa la volontà di Dio, costui è per me fratello, sorella e madre (Mc 3,35)
(vai al testo…)

PDF formato A4, stampa f/r per A5:


Commenti alla Parola:
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 6.2018)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Illustrazione di Bernadette-Lopez, "Veri parenti di Gesù")

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