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venerdì 2 febbraio 2018

In Gesù Dio si piega sulle nostre miserie per sanarle


5a domenica del Tempo Ordinario (B)
Giobbe 7,1-4.6-7 • Salmo 143 • 1 Corinzi 9,16-19.22-23 • Marco 1,29-39
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Gesù «esce dalla sinagoga», dal luogo nel quale l'uomo credeva di potere e dover attendersi una risposta da Dio alle sue domande e dove già il Maestro aveva lasciati stupefatti i suoi uditori insegnando la verità di Dio più con le opere che con le parole, liberando cioè un uomo dalla sua oppressione. All'uomo afflitto che lo interroga, Dio certo non risponde con una autogiustificazione. Dio risponde con la verità della sua Parola fatta carne, fatta Uomo compassionevole, fatta Uomo dei dolori.
In Gesù, Dio «esce» da se stesso, o piuttosto dalla forma divina in cui l'uomo era abituato a riconoscerlo. Rinuncia ad autogiustificarsi, a «dimostrarsi» verace nella sua promessa di amicizia per l'uomo, se non facendosi egli stesso uomo crocifisso.
Gesù, secondo la profezia del Servo sofferente, si carica di tutti i mali e di tutte le debolezze degli uomini per distruggerle in se stesso e per redimerli.
Sofferenza e dolore, parti integranti della vita dell'uomo, sono il problema per il quale cerchiamo una risposta valida. Mai come in queste condizioni di estrema debolezza l'uomo si trova a riflettere sulla propria debolezza e sul significato della presenza di Dio nella sua vita. Il dolore mette a dura prova la nostra fede è come «il fuoco che purifica l'oro nel crogiolo».

Dalla sinagoga di Cafarnao Gesù «subito» passa alla casa di Simone e Andrea, dove la suocera di Simone ha una febbre maligna e «subito» gli parlano di lei. Quel «subito», che spesso l'evangelista Marco mette in evidenza all'inizio della vita pubblica di Gesù, conferisce un senso di urgenza all'attività di Gesù.
«Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva».
Per l'evangelista Marco la malattia e la morte manifestano l'impero del demonio e ogni guarigione è una vittoria messianica contro le forze del male. Anche nella guarigione della suocera di Pietro è all'opera la stessa forza divina che agirà nella resurrezione di Gesù; il verbo "sollevare" è infatti lo stesso verbo usato per la resurrezione di Cristo.
Anche il gesto della mano di Gesù ha la sua importanza. La mano di Gesù è per questa donna la stessa mano di Dio che interviene nella sua vita per liberarla, come canta il salmista «Mi hai preso per la mano destra» (Sal 72,23).
«Si mise a servirli». Il senso primo è qui dare da mangiare, ma in Marco il verbo indica il dare la propria vita da parte di Gesù (cf. Mc 10,45). La donna guarita è entrata nella stessa logica che guida la vita del Cristo. Gesù libera, guarisce, risuscita per rendere l'uomo capace di servizio e di un servizio duraturo ("e li serviva", compare dal vergo all'imperfetto).
Il servizio inoltre non è solo per Gesù ma per tutti! Ed è un servizio di libertà: la donna supera le rigide barriere religiose e sociali che impedivano ad una donna di servire un rabbino a tavola, se costui era circondato dai suoi discepoli. È quel «farsi tutto per tutti». «gratuitamente», in piena libertà, di cui parla san Paolo (cf. 1Cor 9,18-23).

«Venuta la sera gli portarono tutti i malati e indemoniati… e guarì molti e scacciò molto demoni». Infatti, una delle preoccupazioni maggiori di Gesù quella di liberare gli uomini dal potere del male. Lui infatti è stato presentato come "il più forte" e la sua lotta durante la permanenza nel deserto è contro le tentazioni del satana.

«Al mattino presto quando era ancora buio… si ritirò in luogo deserto e là pregava».
Gesù si reca in un luogo deserto, per poter finalmente raccogliersi da solo a pregare il Padre. Questo è ancora un insegnamento, poiché per pregare occorre "tornare in se stessi", e quindi occorre "entrare nella propria stanza e chiudere la porta" alle impressioni e pressioni esterne, e pregare il Padre.
Ma Simone e gli altri non sono contenti di questo! La folla fa pressione su loro, ed essi cercano il Signore e lo trovano, e perfino lo sollecitano con un rimprovero: "Tutti ti cercano!". Certo, le necessità della povera folla sono penose e infinite, ma il Signore adesso è cercato solo perché è considerato come il guaritore a disposizione, pronto e gratuito.
Ma il verbo «cercare» assumerà in Marco una connotazione progressivamente negativa quando la gente comincia a non capire Gesù o quando sono gli avversari che lo cercano.
«Si misero sulle sue tracce». Il verbo ha la connotazione di «inseguire» in un senso ostile, come di un nemico che ti insegue. Questa è la prima indicazione dei progressivi malintesi tra Gesù e quelli che gli stanno più vicini, come la sua famiglia e i suoi discepoli.
«Tutti ti cercano!». La risposta di Gesù è traversa e significante. Egli ha raccolto i primi discepoli e questi debbono andare con Lui ormai nei paesi intorno. Lì il Signore deve predicare il Vangelo del Regno, poiché per questo scopo preciso venne tra gli uomini. E così va e predica a cominciare dalle sinagoghe, per l'intera Galilea e ancora a recuperare il Regno al Padre, espellendo i demoni e il loro regno.

Questo Gesù è la risposta di Dio all'interrogativo dell'uomo. La Chiesa dei credenti ha ricevuto la Parola di compassione, la risposta alla domanda della sua afflizione: è stata presa per mano e risuscitata. Ora si impone per essa il compito del servizio: di essere in verità "corpo" del Servo che, con la sua stessa compassione gratuita, porta l'annuncio efficace della liberazione per la vita.

(spunti da Lectio: Abbazia Santa Maria di Pulsano)

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Guarì molti affetti da varie malattie (Mc 1,34)
(vai al testo…)

Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 Guarì molti affetti da varie malattie (Mc 1,34) - (08/02/2015)
(vai al testo…)
 Guarì molti e scacciò molti demoni (Mc 1,34) - (05/02/2012)
( vai al testo…)
  Risanami, Signore, Dio della vita! (dal Sal 146) - (06/02/2009)
(vai al post "La salute…")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Il dono più grande: il Vangelo (07/02/2015)
  Manifestazione "umana" dell'amore divino (03/02/2012)

Commenti alla Parola:
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2018)
  di Luigi Vari (VP 1.2015)
  di Marinella Perroni (VP 1.2012)
  di Claudio Arletti (VP 1.2009)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Illustrazione di Stefano Pachì)

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