Questo Blog continua nella nuova versione
venuto per servire
(clicca qui per entrare)


venerdì 12 gennaio 2018

Il Signore "guarda", "passa", "chiama"


2a domenica del Tempo Ordinario (B)
1Samuele 3,3-10.19 • Salmo 39 • 1 Corinzi 6,13-15.17-20 • Giovanni 1,35-42
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Dopo la festa del Battesimo di Gesù si entra nel tempo liturgico ordinario, che non significa tempo minore o secondario. Le letture di questa domenica ci ricordano che nessun momento della nostra vita, della vita del mondo, deve essere ritenuto banale, privo di senso e di valore. Dio che chiama non ha bisogno di spazi particolari per farsi sentire; continuamente nell'ordinarietà della nostra vita ci invita a seguirlo. Tutti i fedeli sono chiamati "oggi qui" dal Signore, ad "andare e a vedere" nelle fede e nella sequela di carità verso Lui.
Oggi è la terza manifestazione di Gesù dopo l'Epifania e il Battesimo: Gesù è il Messia che adempie il piano della salvezza e chiama per la sequela del Regno.

La prima lettura (cf. 1Sam 3,3b-10.19) è costituita esattamente da una narrazione di vocazione profetica, quella di Samuele. Nella semplicità dello schema narrativo, con la triplice esatta ripetizione della chiamata e della risposta, il racconto tende a sottolineare la completa disponibilità di Samuele alla vocazione divina e alla sua fedele obbedienza nell'attività successiva.
Samuele, che la madre Anna consacra al Signore da prima che nascesse (cf. 1Sam 1,11-28), è insieme sacerdote e profeta e giudice del suo popolo. Il Signore gli manifesta la sua vocazione quando ancora è un ragazzo (cf. 1Sam 2,18-21). Ripete la chiamata nel santuario di Silo, tre volte, di notte, e il ragazzo crede che sia la voce dell'anziano sacerdote Eli, che lo indirizza invece all'ascolto del Signore, con le parole: «Parla, Signore, poiché sta all'ascolto il servo tuo». E finalmente il Signore può comunicargli il suo messaggio. E Samuele cresceva in grazia, e le Parole del Signore via via si realizzavano.

Il brano del Vangelo di Giovanni narra la vocazione dei primi discepoli di Gesù.
Giovanni "fissa lo sguardo su Gesù…": oltre a un semplice guardare con attenzione, fissare, indica l'atto di guardare dentro, quasi penetrando nell'intimo dell'animo dell'osservato. Il Battista fissa Gesù come farà questi con Simone e con il giovane ricco, da lui amato (cf. Mc 10,21). Giovanni contempla "Gesù che passa". Giovanni è profeta e scruta le realtà divine, e "sa" perché Gesù "passa": perché è Colui che viene, che cerca i suoi discepoli. Quando il Signore chiama gli uomini al suo seguito per il necessario discepolato, si hanno sempre e solo tre verbi: passa - guarda - chiama. Giovanni "sa" altresì che Colui che viene passa, guarda e chiama un'unica volta. Lo avevano compreso i Padri, che contemplavano questo tratto con terrore: «Io ho paura di Gesù che passa e non ritorna», scrive sant'Agostino.

«Ecco l'agnello di Dio» è la solenne proclamazione del Battista. Giovanni ai due discepoli ancora anonimi "indica" Gesù come il Servo sofferente, con la "formula di rivelazione", che con l' "Ecco" è anche "formula del prodigio" divino: «Ecco l'Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo», rimandando ancora in modo esplicito al Servo sofferente di Isaia.
Gesù si volta indietro quasi a vedere se le parole del Battista hanno avuto qualche effetto. La scena è trattata con una vivacità e un verismo tali, che suppone una testimonianza oculare. E domanda «Che cosa cercate?» che si può tradurre meglio con bramare, desiderare. La prima parola che Gesù pronuncia nel Vangelo di Giovanni è una domanda che pone a bruciapelo ai due che lo stanno seguendo: che cosa cercate? È questa una domanda importante che tende a scavare le intenzioni più intime. L'evangelista la sceglie con cura e la riproporrà ancora due volte nel corso del suo vangelo: all'inizio della sua passione, Gesù chiede per due volte a coloro che sono venuti ad arrestarlo nel giardino: «Chi cercate?» (Gv 18,4.7); e il Risorto al mattino di Pasqua, quando vuole scuotere la Maddalena piangente e le dice: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?» (Gv 20,15).
La richiesta non è banale; anzi nel modo di procedere dell'evangelista Giovanni è molto seria. È la domanda che va al cuore dell'intenzione e mira a svelare la reale disponibilità della persona: si può infatti cercare Gesù per accoglierlo come il Messia ma anche per arrestarlo come un delinquente; lo si può cercare come un morto da compiangere o come il Vivente da cui essere salvati.

Poi Andrea va in cerca di suo fratello Simone e lo conduce da Gesù. Simone, che in ebraico significa "docile all'ascolto", Simone, "il docile", si lascia condurre. Dallo Spirito Santo dopo la Pentecoste si lascerà condurre a proclamare alle folle in attesa Cristo Signore Risorto (cf. At 2,1-4, e 13-36), e a battezzarle (cf. At 2,38). Anche da anziano si lascerà condurre alla morte per glorificare Dio, secondo la tremenda profezia del Signore Risorto (cf. Gv 21,18-19). Gesù riceve dunque anche Simone, il terzo discepolo. Gesù era passato, adesso lo guarda e lo chiama. E parla: «Tu sei Simone, figlio di Giovanni, tu ti chiamerai Kefa», che significa Roccia, Pietra, Pietro.
Pietro è accettato da Gesù perché ormai, per elezione divina imperscrutabile, lo ha fatto definitivamente "suo". E quindi sulla persona di Pietro, in tutto quello che Pietro è e che sarà, Gesù vanta il diritto totale come Signore e Creatore, che crea un uomo nuovo, per plasmarlo piano piano per il suo Disegno.
Simone, "il docile", accetta che gli venga cambiato il nome, accetta di essere "la Pietra" contro cui si scateneranno fino alla fine le terrificanti forze dell'inferno. Pietro ancora non sa tutto questo. Ma anche quando con la sua morte glorificò Dio (cf. Gv 21,19), quelle forze non prevalsero.

(spunti da Lectio: Abbazia Santa Maria di Pulsano)

-------------
Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Maestro, dove dimori? (Gv 1,38)
(vai al testo…)

Parola-sintesi proposta a suo tempo pubblicata:
 Videro dove dimorava... e rimasero con lui (Gv 1,39) - (18/01/2015)
(vai al testo…)
 Abbiamo trovato il Messia (Gv 1,41) - (15/01/2012)
( vai al testo…)
 "Ecco l'Agnello di Dio!" E i due discepoli seguirono Gesù (Gv 1,36-37) - (17/01/2009)
(vai al post "Seguire Gesù")

Vedi anche i post Appunti per l'omelia:
  Il dono di poter "incontrare" Gesù (16/01/2015)
  L'incontro! (13/01/2012)

Commenti alla Parola:
  di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio" (VP 1.2018)
  di Luigi Vari (VP 1.2015)
  di Marinella Perroni (VP 1.2012)
  di Claudio Arletti (VP 1.2009)
  di Enzo Bianchi
  di Lectio divina: Abbazia Santa Maria di Pulsano
  di Letture Patristiche della Domenica

(Illustrazione di Stefano Pachì)

Nessun commento:

Posta un commento