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domenica 19 febbraio 2017

Amare il nemico:
 una logica dura, della durezza del diamante


«Avete inteso che fu detto: "Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico". Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano…"» (Mt 5,43).

A prima vista questa Parola sembra sia fatta per i deboli, per coloro a cui manca il coraggio di farsi vedere forti. «A chi mi dà un cazzotto io ne do due, a chi mi vuole "fregare", io gliela faccio vedere, a chi mi prende in giro, io di giri gliene faccio fare due, a chi mi chiede qualcosa, io gliene chiedo il doppio...». È l'idea del mondo: «Attento all'altro, fatti furbo, nessuno ti dà niente per niente...!».
La logica di Gesù è una logica dura ma della durezza del diamante: fragile e nello stesso tempo dura, una logica capace di incidere in profondità, come la punta del diamante incide nel ferro, ma rispettosa della libertà dell'uomo. Ci vuole coraggio a "porgere l'altra guancia": rimanere in silenzio davanti a chi ti insulta, continuare ad essere amico di chi ti ha tradito, rischiare ancora una volta per chi ti ha voltato le spalle, in una parola: rispondere al male con il bene!

Ecco alcune testimonianze di "grandi" e meno grandi:
Gandhi diceva: «L'odio può essere vinto solo dall'amore!».

Luther King affermava, come una sfida: «Fateci quel che volete e noi continueremo ad amarvi. Metteteci in prigione e noi vi ameremo ancora. Lanciate bombe sulle nostre case, minacciate i nostri figli e noi vi ameremo ancora...».

Vittorio Bachelet ripeteva: «Il cristiano può essere odiato, ma non può odiare».
E il figlio davanti alla salma del padre disse: «Prego per gli uccisori di mio padre. Nella nostra bocca ci siano sempre parole di vita e non di morte, di perdono e mai di vendetta».

Un sacerdote, missionario in Brasile, raccontò questo fatto: «Ero andato a trovare un giovane in carcere e, mentre parlavo con il giovane detenuto, è entrata una signora molto elegante, si è avvicinata a un ragazzo e l'ha abbracciato. Ho pensato fosse la mamma. Ma il giovane che era con me mi disse: "Sicuramente stai pensando che è la mamma di quel ragazzo che è qui in prigione, invece è la mamma del ragazzo che questo giovane ha ucciso. Il giorno del funerale ha promesso che sarebbe diventata mamma del giovane che aveva ucciso suo figlio e da quel giorno non ha mai smesso di venirgli a far visita. Ogni settimana arriva e lo abbraccia come fosse suo figlio!"».

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