Questo Blog continua nella nuova versione
venuto per servire
(clicca qui per entrare)


lunedì 5 dicembre 2016

Preparare l'incontro con Gesù


"Preparate la via del Signore…" è l'invito di Giovanni il Battista.
Preparare la via è preparare e prepararci all'incontro con "Colui che viene".
Voglio raccontare l'esperienza di Suor Eugenia Bonetti, missionaria della Consolata e responsabile dell'Ufficio Tratta Donne e Minore dell'USMI (Unione Superiore Maggiori d'Italia).
È l'esperienza di una particolare diaconìa, strumento dell'incontro con Gesù, il Solo che dà senso e dignità alla nostra vita, "Colui che ci salva".

Ecco una sintesi dell'esperienza di suor Eugenia: racconta di aver incontrato Gesù una sera…



«Era una sera fredda e piovosa del 2 novembre 1993. Stavo uscendo dal Centro Caritas di Torino, in cui lavoravo da alcuni mesi, dopo il mio rientro dall'Africa, per andare a Messa.
Proprio in quel momento entra una donna africana con una lettera scritta da un medico. La donna è timida ed imbarazzata. Dal suo portamento e abbigliamento mi accorgo che forse è una delle tante donne che, di giorno o di notte, vengono schiavizzate sulle nostre strade.
Mi trovo a disagio. Leggo la lettera e le faccio qualche domanda. Le sue risposte sono monosillabi. È malata, ha bisogno di un'operazione, ma, essendo priva di documenti, non può essere ricoverata in un ospedale pubblico, quindi l'hanno mandata al nostro Centro. Maria ha poco più di trent'anni, è madre di tre bambini lasciati in Nigeria per venire in Italia. Sperava di lavorare per aiutare la sua famiglia, ma qui si è trovata presto sulla strada, vittima della tratta delle nuove schiave. Non capisce l'italiano, quindi parliamo in inglese. Ricorda la sua storia e i suoi vincoli familiari e comincia a piangere, dicendo: "Suora, per favore, aiutami, aiutami! ".
Io ero molto confusa, non sapendo che cosa fare e che cosa dire. Ero anche preoccupata perché non volevo arrivare in ritardo a Messa. In quel momento, la Messa per me era più importante che occuparmi dei problemi di Maria! Le chiedo di ritornare il mattino seguente.
Ma Maria mi accompagna in chiesa. Si inginocchia nell'ultimo banco e la sento singhiozzare.
Mi allontano un po', ma non riesco a pregare. Mi veniva in mente la parabola del Fariseo e del Pubblicano e ricordo quante volte io stessa avevo fatto la parte del Fariseo. Quante volte avevo pensato che io, religiosa e missionaria, ero migliore di tante donne costrette a vivere sulla strada!
Riflettevo, inoltre, sulla ribellione provata quando i miei responsabili mi avevano chiesto di lasciare il Kenya, dopo 24 anni di missione, per un nuovo servizio in Italia. Mi trovavo così bene in quell'ambiente africano, coinvolta in attività socio-educative-pastorali, specie con donne e con gruppi giovanili! Ma ora tutti i miei progetti, sicurezze, sogni, nostalgia di quello che avevo lasciato svanivano. Mi ritrovavo nel buio, come Paolo sulla via di Damasco: "Signore, che cosa vuoi che io faccia? Signore, dove vuoi condurmi?".
Quella notte non ho chiuso occhio. Dovevo morire ai miei interessi personali, per riscoprire un modo nuovo di essere "missionaria della Consolata" per Cristo e il suo popolo. Questa situazione mi sfidava: quella donna mi metteva alla prova e interpellava la mia vita, la mia vocazione, le mie convinzioni, le mie motivazioni ed i miei valori.
Nella mia mente risuonavano queste frasi: "Eugenia, dove è tua sorella?" (Gen 4,9), "Dove è Maria? Dove sono questa notte tutte le Marie della strada?".
L'incontro con quella donna mi costringeva ad una scelta più radicale nel seguire Gesù. Ora Lui mi chiamava ad essere uno strumento della sua misericordia e del suo amore per altre donne africane, sfruttate ed emarginate e non più in Africa, ma nel mio Paese. Lui mi additava una nuova frontiera, per me sconosciuta. Allora ascoltai stupita Gesù e risposi al suo invito».


Attorno alle donne vittime di violenza nel mondo, Suor Eugenia ha poi creato una rete che collega tutte le congregazioni religiose nel mondo in un progetto di recupero e reinserimento delle donne nel proprio paese d'origine. Il progetto ha il nome emblematico "Talitha Kum", Ragazza, alzati!


Per leggere la testimonianza completa…

Per ascoltare il servizio alla Radio Vaticana (nel programma "Storie")…


Nessun commento:

Posta un commento