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venerdì 24 giugno 2016

Guardare avanti per vivere in pienezza


13a domenica del Tempo ordinario (C)
1 Re 19,16.19-21 • Salmo 15 • Galati 5,1.13-18 • Luca 9,51-62
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?
La reazione di Giacomo e Giovanni al rifiuto dei Samaritani segue la logica comune: farla pagare, occhio per occhio.
Gesù si voltò, li rimproverò e si avviò verso un altro villaggio. Nella concisione di queste parole si staglia la grandezza di Gesù. Che difende chi non la pensa come lui, che capovolge la logica della storia, quella che dice: i nemici si combattono e si eliminano. Gesù invece intende eliminare il concetto stesso di nemico.

E si mise in cammino verso un altro villaggio
Il Signore inventore di strade: c'è sempre un nuovo villaggio con altri malati da guarire, altri cuori da fasciare; c'è sempre un'altra casa dove annunciare pace. Non ha bisogno di mezzi forti o di segni prodigiosi, non cova risentimenti. Lui custodisce sentieri verso il cuore dell'uomo, che ha futuro e fiducia. E il Vangelo diventa viaggio, via da percorrere, spazio aperto. E invita il nostro cristianesimo a diventare così, a continui passaggi, a nuovi esodi e percorsi.
Come accade anche ai tre nuovi discepoli che entrano in scena nella seconda parte del Vangelo.

Mentre camminavano per la strada…
A queste persone che incontra lungo il cammino, e che ci rappresentano tutti, Gesù dice: Le volpi hanno tane, gli uccelli nidi, ma io non ho dove posare il capo.
Eppure non era esattamente così. Gesù aveva cento case di amici e amiche felici di accoglierlo a condividere pane e sogni.

Le volpi hanno tane, gli uccelli nidi…
Con la metafora delle volpi e degli uccelli Gesù traccia il ritratto della sua esistenza minacciata dal potere religioso e politico, sottoposta a rischio, senza sicurezza. Chi vuole vivere tranquillo e in pace nel suo nido non potrà essere suo discepolo.
Noi siamo abituati a sentire la fede come conforto e sostegno, pane buono che nutre, e gioia. Ma questo Vangelo ci mostra che la fede è anche altro: un progetto che non assicura una esistenza tranquilla, ma offre la gioiosa fatica di aprire strade nuove, il rischio di essere rifiutati e perfino perseguitati. Perché si oppone e smonta il presente, quando le sue logiche sanno di superficialità, di violenza, di inganno, per seminarvi il futuro.

Lascia che i morti seppelliscano i loro morti
Una frase durissima che non contesta gli affetti umani, ma si chiarisce con ciò che segue: Tu va e annunzia il Regno di Dio. Tu fa cose nuove. Se ti fermi all'esistente, al già visto, al già pensato, non vivi in pienezza. Noi abbiamo bisogno di freschezza e il Signore ha bisogno di gente viva. Di gente che, come chi ha posto mano all'aratro, non guardi indietro a sbagli, incoerenze, fallimenti, ma avanti, ai grandi campi della vita, che gli appartengono, a un Dio che viene dall'avvenire.

(spunti da Ermes Ronchi)

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
E si misero in cammino verso un altro villaggio (Lc 9,56)
(vai al testo) - (---> pdf, formato A4, stampa f/r per A5)

Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata (30/06/2013)
A un altro disse: seguimi (Lc 9,59)
(vai al testo…)

Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
La chiamata di Gesù e la mia risposta (14/06/2013)

Commenti alla Parola:
  di Luigi Vari (VP 5.2016)
  di Marinella Perroni (VP 5.2013)
  di Claudio Arletti (VP 5.2010)
  di Enzo Bianchi

(Illustrazione di Giorgio Trevisan)

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