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sabato 27 febbraio 2016

La Misericordia di Dio nell'Anno Liturgico
 III settimana di Quaresima


Continuo la meditazione sulla «Misericordia di Dio nel cammino dell'Anno Liturgico», così come l'ho colta nelle riflessioni di fr. Luigi Colombotti ofm, che ha «pensato ad una ricerca della misericordia di Dio nell'Anno Liturgico, tenendo presente i testi che parlano della misericordia, nella Messa e nella Liturgia delle Ore, a partire dalla Solennità dell'Immacolata fino all'ultima settimana dell'Anno Liturgico».




III Settimana di Quaresima

BRAMOSI DI TROVARE MISERICORDIA PER ESSERE MISERICORDIA

La Quaresima avanza ed il contatto con la Parola ed i Santi Padri mentre fanno crescere nei credenti il desiderio di giungere alla Pasqua rinnovati profondamente nello spirito, aumenta anche la consapevolezza della distanza enorme che c'è tra la proposta della Liturgia e la situazione reale della vita. Ci sentiamo quasi smarriti e con il profeta Daniele preghiamo: «Non ci abbandonare fino in fondo, per amore del tuo nome, non infrangere la tua alleanza; non ritirare da noi la tua misericordia, per amore di Abramo, tuo amico,... Ora non abbiamo più né principe, né profeta né capo né olocàusto né sacrificio né oblazione né incenso né luogo per presentarti le primizie e trovare misericordia... Fa' con noi secondo la tua clemenza, secondo la tua grande misericordia» (Mar/Dn 3,25.34-43).
[…]
La Comunità Cristiana consapevole di dover fare un cammino di rinnovamento nella fede e di purificazione dei peccati per diventare gloria vivente del Dio Vivente, si raduna in santa assemblea, offre il santo sacrificio e prega: L'offerta di questo sacrificio, Signore, ci salvi dai nostri peccati e ci ottenga il dono del tuo amore misericordioso (Mar/Sulle off.). Con l'offerta rituale ci deve essere quella esistenziale che consiste soprattutto nell'offerta dei propri corpi, della propria vita. Vi esorto, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale (Lun/Vesp. Lett. br.).
A questo punto tutta la vita cristiana è un atto di culto spirituale e i cristiani possono dire nella verità: Noi siamo i veri adoratori e i veri sacerdoti che, pregando in spirito, in spirito offriamo il sacrificio della preghiera, ostia a Dio appropriata e gradita, ostia che egli richiese e si provvide. Questa vittima, dobbiamo accompagnare all'altare di Dio con il decoro delle opere buone tra salmi e inni, ed essa ci impetrerà tutto da Dio (Gio/UL 2 Lett./Tertulliano).
Lì all'altare la Chiesta mentre offre il sacrificio sta in misericordiosa intercessione come è stata anche l'offerta di Cristo. Che cosa si può dire, che cosa si può immaginare di più puro della propria misericordiosa intercessione in favore di coloro che ci fanno soffrire? Avvenne perciò che il sangue del nostro Redentore, versato con crudeltà dai persecutori, fu poi da loro assunto con fede e il Cristo fu da essi annunziato quale Figlio di Dio (Ven/UL 2 Lett./S. Gregorio Magno). E proprio li all'altare la Chiesa vive una meravigliosa sintesi tra culto, preghiera e vita come insegna san Pietro Crisologo. Tre sono le cose, tre, o fratelli, per cui sta salda la fede, perdura la devozione, resta la virtù: la preghiera, il digiuno, la misericordia. Ciò per cui la preghiera bussa, lo ottiene il digiuno, lo riceve la misericordia. Queste tre cose, preghiera, digiuno, misericordia, sono una cosa sola e ricevono vita l'una dall'altra. Il digiuno è l'anima della preghiera e la misericordia la vita del digiuno. Nessuno le divida, perché non riescono a stare separate. Colui che ne ha solamente una o non le ha tutte e tre insieme, non ha niente.
[…]
La sintesi di tutto questo laborioso cammino che conduce alla vera pace ci è proposta dalla stupenda riflessione di san Gregorio Nazianzeno sulla beatitudine della misericordia. […] Afferma la Scrittura: «Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia» (Mt 5,7). La misericordia non ha l'ultimo posto nelle beatitudini. Osserva ancora: Beato l'uomo che ha cura del misero e del povero (cfr. Sal 40,2) e parimenti: Buono è colui che è pietoso e dà in prestito (cfr. Sal 111,5). In un altro luogo si legge ancora: Tutto il giorno il giusto ha compassione e dà in prestito (cfr. Sal 36,26). Conquistiamoci la benedizione, facciamo in modo di essere chiamati comprensivi, cerchiamo di essere benevoli. Neppure la notte sospenda i tuoi doveri di misericordia. Non dire: «Ritornerò indietro e domani ti darò aiuto».[…]
[…]
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