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mercoledì 2 settembre 2015

Indulgenza Giubilare


La lettera di papa Francesco, con la quale concede l'indulgenza in occasione del Giubileo della Misericordia, mi ha interpellato personalmente: mi ha fatto riflettere non solo sulla modalità e sulla disposizione d'animo con cui vivere questa particolare esperienza, ma anche come posso viverla e proporla come comunità, con lo spirito di quella diaconia che punta al cuore delle persone e delle situazioni. Le parole stesse del Papa sono un invito pressante ad una conversione personale e comunitaria, ad aprire il cuore e le braccia ad ogni sofferenza ed ad ogni situazione di precarietà esistenziale.

«Desidero che l'indulgenza giubilare - scrive papa Francesco - giunga per ognuno come genuina esperienza della misericordia di Dio, la quale a tutti va incontro con il volto del Padre che accoglie e perdona, dimenticando completamente il peccato commesso».

Papa Francesco fa poi un elenco di situazioni particolari nella quali mi sento interpellato personalmente nella mia azione pastorale:
- gli ammalati e gli anziani: «Penso a quanti per diversi motivi saranno impossibilitati a recarsi alla Porta Santa, in primo luogo gli ammalati e le persone anziane e sole, spesso in condizione di non poter uscire di casa. Per loro sarà di grande aiuto vivere la malattia e la sofferenza come esperienza di vicinanza al Signore che nel mistero della sua passione, morte e risurrezione indica la via maestra per dare senso al dolore e alla solitudine. Vivere con fede e gioiosa speranza questo momento di prova, ricevendo la comunione o partecipando alla santa Messa e alla preghiera comunitaria, anche attraverso i vari mezzi di comunicazione, sarà per loro il modo di ottenere l'indulgenza giubilare».
- i carcerati: «… che, pur meritevoli di pena, hanno tuttavia preso coscienza dell'ingiustizia compiuta e desiderano sinceramente inserirsi di nuovo nella società portando il loro contributo onesto. A tutti costoro giunga concretamente la misericordia del Padre che vuole stare vicino a chi ha più bisogno del suo perdono. Nelle cappelle delle carceri potranno ottenere l'indulgenza, e ogni volta che passeranno per la porta della loro cella, rivolgendo il pensiero e la preghiera al Padre, possa questo gesto significare per loro il passaggio della Porta Santa, perché la misericordia di Dio, capace di trasformare i cuori, è anche in grado di trasformare le sbarre in esperienza di libertà».
È veramente commovente questo gesto così significativo del varcare la porta della propria cella e fare esperienza della Misericordia del Padre!
- il dramma dell'aborto: «Molti, pur vivendo questo momento come una sconfitta, ritengono di non avere altra strada da percorrere. Penso, in modo particolare, a tutte le donne che hanno fatto ricorso all'aborto. Conosco bene i condizionamenti che le hanno portate a questa decisione. So che è un dramma esistenziale e morale. […] Ciò che è avvenuto è profondamente ingiusto; eppure, solo il comprenderlo nella sua verità può consentire di non perdere la speranza. Il perdono di Dio a chiunque è pentito non può essere negato, soprattutto quando con cuore sincero si accosta al Sacramento della Confessione per ottenere la riconciliazione con il Padre».
- i fedeli della Fraternità San Pio X: «… mosso dall'esigenza di corrispondere al bene di questi fedeli, per mia propria disposizione stabilisco che quanti durante l'Anno Santo della Misericordia si accosteranno per celebrare il Sacramento della Riconciliazione presso i sacerdoti della Fraternità San Pio X, riceveranno validamente e lecitamente l'assoluzione dei loro peccati».
Gesto squisitamente ecumenico di chi fa il primo passo, di chi ama per primo e non respinge nessuno, ma accoglie ognuno nella abbraccio della misericordia del Padre.

Mi soffermo poi sull'invito all'«esperienza della misericordia», a quegli atti concreti, personali e comunitari, delle opere di misericordia corporali e spirituali, dove «l'esperienza della misericordia diventa visibile nella testimonianza di segni concreti come Gesù stesso ci ha insegnato»: «Ogni volta che un fedele vivrà una o più di queste opere in prima persona otterrà certamente l'indulgenza giubilare. Di qui l'impegno a vivere della misericordia per ottenere la grazia del perdono completo ed esaustivo per la forza dell'amore del Padre che nessuno esclude. Si tratterà pertanto di un'indulgenza giubilare piena, frutto dell'evento stesso che viene celebrato e vissuto con fede, speranza e carità».

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