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venerdì 24 luglio 2015

Il "vero pane" sta nella condivisione


17a domenica del Tempo ordinario (B)
2 Re 4,42-44 • Sal 144 • Efesini 4,1-6 • Giovanni 6,1-15
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Dove potremo comprare il pane tutti costoro?
La moltiplicazione dei pani è un evento che si è impresso in modo indelebile nei discepoli, l'unico miracolo raccontato in tutti i vangeli. Ma più ancora che un miracolo, è un segno, evento decisivo per comprendere Gesù. Lui ha pane per tutti, è come se dicesse: io faccio vivere, io moltiplico la vita! Lui fa vivere: con le sue mani che risanano i malati, con le parole che guariscono il cuore, con il pane che significa tutto ciò che alimenta la vita dell'uomo.

C'è qui un ragazzo… ma cos'è questo per tanta gente?
Cinquemila uomini… sul monte, luogo dove Dio è più vicino, hanno fame, fame di Dio! Qualcuno ha pani d'orzo; l'orzo che è il primo dei cereali che matura, simbolo di freschezza e di novità; piccola ricchezza di un ragazzo, anche lui una primizia d'uomo. A Gesù nessuno chiede nulla, è lui che per primo si accorge e si preoccupa: Dove potremo comprare il pane per loro?
Alla sua generosità corrisponde quella del ragazzo: nessuno gli chiede nulla, ma lui mette tutto a disposizione. Primo miracolo! Invece di pensare: che cosa sono cinque pani per cinquemila persone? Sono meno di niente, inutile sprecarli. E la mia fame? Ma dà tutto quello che ha, senza pensare se sia molto o se sia poco. È tutto!

Li diede a quelli che erano seduti… quanto ne volevano
Per una misteriosa alchimia divina, quando il mio pane diventa il nostro pane accade il miracolo. La fame finisce non quando mangi a sazietà, ma quando condividi fosse pure il poco che hai. C'è tanto di quel pane sulla terra che a condividerlo basterebbe per tutti. Il Vangelo neppure parla di moltiplicazione ma di distribuzione, di un pane che non finisce. E mentre lo distribuivano il pane non veniva a mancare, e mentre passava di mano in mano restava in ogni mano. Come avvengono certi miracoli non lo sapremo mai. Neanche per questo di oggi riusciamo a vedere il «come». Ci sono e basta. Quando a vincere è la generosità.

Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie… li diede…
Giovanni riassume l'agire di Gesù in tre verbi "Prese il pane, rese grazie e distribuì", che richiamano subito l'Eucaristia, ma che possono fare dell'intera mia vita un sacramento: prendere, rendere grazie, donare. Noi non siamo i padroni delle cose. Se ci consideriamo tali, profaniamo le cose. L'aria, l'acqua, la terra, il pane, tutto quello che incontriamo, non è nostro, è vita che viene in dono da altrove e va oltre noi.

Raccolsero e riempirono dodici canestri
Ciò che riceviamo in dono, richiede cura, come il pane del miracolo (i dodici canestri di pezzi); le cose hanno una sacralità; c'è una santità perfino nella materia, perfino nelle briciole: niente deve andare perduto.
Accogliere e benedire: Dio, gli uomini, il pane, la vita… nella condivisione saranno dentro di noi sorgenti di Vangelo e di felicità.



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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo (Gv 6,9)
(vai al testo) - (---> pdf, formato A4, stampa a/r per A5)

Vedi anche analoga Parola-sintesi a suo tempo pubblicata (29/07/2012)
Prese i pani e li diede loro (Gv 6,11)
(vai al testo)

Vedi anche il post Appunti per l'omelia:
Un pane condiviso (27/07/2012)

Commenti alla Parola:
  di Luigi Vari (VP 2015)
  di Marinella Perroni (VP 2012)
  di Claudio Arletti (VP 2009)
  di Enzo Bianchi


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