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venerdì 19 giugno 2015

Dio non interviene al posto mio, ma insieme a me


12a domenica del Tempo ordinario (B)
Giobbe 38,1.8-11 • Sal 106 • 2 Corinzi 5,14-17 • Marco 4,35-41
(Visualizza i brani delle Letture)

Appunti per l'omelia

Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca
La barca sta per affondare e Gesù dorme. Il mondo geme con le vene aperte, lotta contro la malattia e la disperazione e Dio dorme. L'angoscia lo contesta: Non ti importa niente di noi? Perché dormi? Svegliati!
Nella Scrittura i Salmi sono pieni di questo grido, lo urla Giobbe, lo ripetono gli apostoli nella paura.

Perché avete paura? Non avete ancora fede?
Perché tanta paura? Troppo spesso la religione si è ridotta a una gestione della paura. E Dio non vuole entrare in questo gioco. Egli non è estraneo e non dorme, sta nelle pieghe più profonde delle nostre lacrime. Sta nelle braccia dei marinai forti sui remi, nelle mani che svuotano l'acqua, negli occhi che scrutano la riva... Dio è presente, ma non come vorremmo noi, ma come vuole lui: è sulla mia barca e vuole salvarmi, ma insieme a tutta la mia libertà!

Se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva
Non interviene al posto mio ma insieme a me; non mi esenta dalla tempesta ma mi precede, come il pastore nella valle oscura. È la nostra fede bambina che ha bisogno più di miracoli che non di presenza. Vorremmo che non sorgessero mai tempeste e invece la morte è allevata dentro di noi con il nostro stesso respiro, il nostro stesso sangue.

Taci, calmati!
Vorremmo che il Signore gridasse subito all'uragano; "Taci!"; che rimproverasse subito le onde: "Calmatevi". Vorremmo essere esentati dalla lotta, e invece Dio risponde dandoci forza, tanta forza quanta ne basta per il primo colpo di remo, tanta luce quanta ne serve al primo passo.

Non t'importa che siamo perduti?
Come granello di senape nel buio della terra, così Dio è nel cuore oscuro della tempesta. Come chicco di grano nel buio della terra, come un granello di fiducia, di forza, di luce, così Dio germoglia e cresce nel cuore dell'ombra. Non ti importa che moriamo? E la sua risposta, senza parole, ha la voce forte dei gesti: "Mi importa di te, mi importa la tua vita, tu sei importante. Mi importano i passeri del cielo e tu vali più di molti passeri, mi importano i gigli del campo e tu sei più bello di loro. Tu mi importi al punto che ti ho contato i capelli in capo e tutta la paura che porti nel cuore. E sono qui a farmi argine alla tua paura. Mi troverai dentro di essa, nel riflesso più profondo delle tue lacrime. Io ci sono sempre!".



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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Passiamo all'altra riva (Mc 4,35)
(vai al testo) - (---> pdf, formato A4, stampa a/r per A5)

Commenti alla Parola:
  di Luigi Vari (VP 2015)
  di Claudio Arletti (VP 2009)
  di Enzo Bianchi

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