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mercoledì 1 aprile 2015

Pasqua, passaggio di Dio e passaggio dell'uomo


Triduo Santo

Visualizza i brani delle Letture:
Giovedì Santo: Cena del Signore
Venerdì Santo: Passione del Signore
Veglia pasquale: Risurrezione del Signore

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Introduzione al Triduo Santo, tratta da: Caudio Arletti «Ai suoi discepoli spiegava ogni cosa», Commento ai Vangeli festivi dell'anno B, EDB.

Dal giardino di Eden (Gen 3,9) fino alla nuova Gerusalemme rischiarata dalla luce dell'Agnello (Ap 21,23), la storia della salvezza altro non è che il passaggio di Dio nella storia dell'uomo, alla sua ricerca, anche quando l'uomo tenta ogni via di fuga per nascondersi dal Creatore. La Pasqua, passaggio di Dio (Es 12,11-12), è dunque la cifra e la sintesi di tutto quanto da sempre Dio opera per la salvezza dell'uomo, guidato da un amore incondizionato, senza limiti. Siamo stati redenti a caro prezzo (1Pt 1,19). Appare, addirittura, nel crepuscolo del Venerdì santo come sia proprio Dio, nel suo figlio Gesù questa volta, a non essere scampato dalle acque del mare in cui è entrato (Es 14,28). Sul Cristo si chiudono gli abissi della morte, mentre è l'empio, l'omicida Barabba, a uscire libero e a scampare alla propria condanna (Mt 27,26). Sul Messia atteso da Israele cala la pietra tombale, assieme alla sorveglianza delle guardie poste dal sinedrio (Mt 27,66). Ancora una volta, l'uomo sembra aver zittito la voce di Dio che da sempre chiama a conversione, cancellando il volto in cui è possibile vedere il Padre (Gv 14,9) nella forza dello Spirito.
In realtà, l'inabissamento del Figlio di Dio è l'ultimo prolungamento del processo iniziato con l'incarnazione. Colui che è sceso nel grembo della Vergine e nelle acque del Giordano, ora discende nello . sheol, alla ricerca di Adamo ed Eva, toccando così i più remoti recessi dello spazio e del tempo. La croce è la massima dilatazione del cuore e dell'amore di Dio. Nel ladrone che rifiuta, come in quello che accoglie la salvezza, vediamo ogni malfattore raggiunto perché a nessuno sia precluso l'ingresso in paradiso. L'ampiezza orizzontale è completa. Nella discesa agli inferi, memoria già pasquale del Sabato santo, specie per la tradizione ortodossa, si sviluppa appieno quella verticale: non c'è strato della storia che non sia visitato dal nuovo Adamo, fino a giungere al primo Adamo. Nulla è dimenticato. Dopo la «Pasqua di Natale», passaggio dal Padre a questo mondo, tutto si compie nel ritorno, nel passaggio da questo mondo al Padre (Gv 13,1-3). È l'unità del cielo e della terra. Pur essendo uno, nel corso della sua esistenza terrena Gesù aveva vissuto due vite: come Dio viveva la beatitudine, la luce infinita, l'eternità senza successione e mutamento, e come uomo sperimentò la solitudine, la supplica al Padre, la passione e la morte. La divinità, come fra parentesi, non aveva potuto investire totalmente il suo corpo, né consumare nella pienezza della gioia divina la sua umanità. Ma nella Pasqua, la vita eterna irrompe nella sua carne. Ora l'umano e il divino possiedono in lui un'identica vita. La salvezza che Gesù ha compiuto è la divinizzazione del mondo. È la Pasqua del Signore!

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Vedi anche i Commenti al Triduo pasquale (Sguardo complessivo)
  di Luigi Vari (VP 2015)
  di Gianni Cavagnoli (VP 2014)

Vedi anche altri post a suo tempo pubblicati:
 Il mistero di quei tre giorni (18/04/2014)
 Il Servo di Jahwè (15/04/2014)
 Nati da quel Sangue (6/04/2012)
 Li amò sino alla fine (2/04/2010)
 Il nostro modello (30/03/2010)
 Il sepolcro vuoto (19/03/2008)

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