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domenica 22 giugno 2014

Il diacono esperto in umanità


In un clima di fraternità diaconale si è svolto ieri, 21 giugno, a Roma presso la Basilica di San Lorenzo fuori le mura, un incontro per diaconi, candidati al diaconato e spose, promosso dalla Comunità del Diaconato in Italia (vedi post del 17 maggio 2014).
Il titolo dell'incontro: Il diacono esperto in umanità.
Cercherò di sintetizzare l'intervento tenuto da mons. Arturo Aiello, vescovo di Teano-Calvi, membro della Commissione Episcopale per il clero e la vita consacrata.
Si è cercato di approfondire questo tema in previsione del Convegno Ecclesiale che la Chiesa Italiana svolgerà a Firenze nel 2015: il rilancio di un umanesimo cristiano.
Mons. Aiello ha esordito, esponendo una breve sintesi riguardante l'Umanesimo e il Rinascimento che hanno caratterizzato il periodo dopo il Medio Evo, dove si è posto l'accento sulla realtà umana "etsi deus non daretur", "come se Dio non esistesse", (tradotto letteralmente "anche se Dio non fosse dato"), affermando così il diritto naturale ad essere valido di per sé, che Dio esista o meno.
Percorso che la società occidentale ha fatto, dopo l'esperienza del medio evo, dove l'uomo si è sentito come "schiacciato" dal cielo. Ne è nato un Rinascimento cristiano ed un Rinascimento ateo, sfociato nell'Illuminismo, dove si è passati da un cielo che ci "stava addosso" ad un cielo "vuoto", un cielo senza Dio.
La ricerca del significato dell'esistenza umana, il senso del rapporto tra gli uomini, nel quale ritrovare il senso di Dio...
Dall'esperienza umana che vede l'uomo in continua contrapposizione con il proprio simile ("homo homini lupus", "l'uomo è un lupo per l'uomo"), esperienza sempre attuale del rapporto tra Caino e Abele; all'espressione di Terenzio (165 a.C.) "homo sum, humani nihil a me alienum puto", "sono un essere umano, non ritengo a me estraneo nulla di umano", cioè: "nulla che sia umano mi è estraneo"; all'espressione "homo homini deus", "l'uomo è un dio per l'uomo".
È l'eterna questione di chi sia veramente l'uomo, qual il suo rapporto con Dio. Così dalla domanda di Dio nell'Eden "Adamo dove sei?", dall'affermazione di Pilato "Ecce homo!", alla vera "identità" dell'uomo: "Et Verbum caro factum est", dove la "carne", la "carne-storia" diventa il luogo obbligato della salvezza.
Nell'Uomo Gesù, infatti, noi incontriamo Dio e incontriamo l'uomo.
In Gesù non ci potrà più essere la visione dualista e contrapposta di "l'uomo o Dio", ma "l'uomo e Dio". Non più "l'aut aut", ma "l'et et", perché in Gesù ci è data la piena verità di Dio e la piena verità dell'uomo.
Così, la Chiesa diventa, quale Corpo di Cristo, la continuazione nello spazio e nel tempo della presenza di Gesù, dove la "passio" del Buon Samaritano, che è Gesù, diventa la "passio della Chiesa".

È in questa prospettiva che si inserisce la presenza e l'azione del Diacono.
Ecco alcuni tratti di questa figura ministeriale, immagine di Cristo Servo, Ministro della Carità, che vive la dimensione della "soglia", uomo posto di mezzo al sacro e al profano, alla chiesa e al mondo, non dentro la "sacrestia", ma nelle periferie della società:
 Consacrato a Dio e all'umanità;
 Pontefice fra Sacro e Profano;
 Anello d'oro tra Matrimonio e Ordine Sacro (dato che i diaconi permanenti sono per stragrande maggioranza sposati);
 Abbraccio tra il Tempo e l'Eternità;
 Arpa del canto "Laudate Dominum", "Laudate Hominem";
 Agorà aperta nelle istanze degli uomini, nei vari umanesimi esistenti;
 Pane impastato di storia (umana) e di Storia (sacra), crocevia delle esistenze;
 "Rabdomante" della bellezza al mercato delle pulci (dove è in grado di scoprire preziosità nella quotidianità spesso trascurata, come il rabdomante che individua l'acqua in terra arida);
 Inviato speciale del vescovo in "terreni minati", dove ci sono situazioni estreme, dove nemmeno il prete è accettato;
 Uomo della sintesi, che sa porre in comunione situazioni particolarmente difficili e di disagio.

Può sembrare un "sogno" vedere la figura del diacono così come descritta; ma se non siamo in grado di sognare nella poca luce della nostra concreta situazione attuale, potremmo non avere un futuro significativo per questo ministero.

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