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venerdì 9 agosto 2013

La fede di quel "piccolo gregge"


19a domenica del T.O. (C)

Appunti per l'omelia

La condizione di vita del cristiano, la sua appartenenza a Cristo, è caratterizzata dalla fede. Il brano della Lettera agli Ebrei (11,1-2.8-19), proposto per questa domenica, si sofferma sulla storia di Abramo che è tutta spiegata e permeata dalla fede.
Risvegliare e alimentare la fede rimane l'intento principale di Gesù, come possiamo osservare anche nel Vangelo odierno (Lc 12,32-48).
I discepoli sono un gruppo sparuto, senza potere né rilevanza sociale, povero e insignificante. Non è la condizione di "minoranza" in cui anche oggi si trovano, sotto molteplici aspetti, le comunità cristiane? La Chiesa resterà sempre "piccolo gregge" e non avrà mai la pretesa di essere forte e di gareggiare sullo stesso piano con i potenti: «Non temete, piccolo gregge…».
Dio, però, non è soltanto il pastore di questo gregge. È soprattutto il "Padre vostro" al quale "è piaciuto di darvi il suo Regno".
Il Regno di Dio: Dio stesso, il re e Signore infinitamente potente e buono, che interviene in favore degli uomini per liberarli da ogni male e legarli intimamente a sé, facendoli felici della sua stessa felicità. Il Regno è Dio che si rivela e si dona in Gesù. È la presenza di Dio Amore fra gli uomini attraverso Gesù. Il Regno è quindi la persona di Gesù. È Gesù tra noi e con noi. È come se Gesù ci dicesse: Non temete, perché il Padre nella sua bontà vi ha donato me. Riconoscerlo e accoglierlo e, quindi, vincere ogni paura, rinnovando il coraggio e l'entusiasmo dell'annuncio evangelico: ecco la fede!
«Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina». Se il Regno è il tesoro più prezioso, tutti gli altri beni impallidiscono e non meritano perciò di essere ricercati e difesi con attaccamento ostinato. I discepoli li sanno condividere con i poveri.
«Fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli». L'uso delle ricchezze in favore dei poveri, le opere di bene compiute sulla terra sono come un capitale depositato presso quel buon banchiere che è Dio. Anzi, più propriamente, il "farsi borse" implica un'attività finanziaria, un trafficare in modo corretto e fruttuoso i beni di cui si è in possesso. Tale attività consiste nell'aiutare con i propri beni i bisognosi. Il migliore investimento, la più intelligente operazione finanziaria consiste nel dare ai poveri!
«Dov'è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore». Il tesoro è ciò per cui l'uomo lavora, ciò che gli sta più a cuore e a cui si attacca con passione. Per Gesù si identifica con la realtà del Regno, che il discepolo è invitato a scegliere senza riserve. La ricchezza non è cattiva in sé, ma è un grosso pericolo per l'uomo, che è tentato di riporre in essa tutta la sua fiducia, invece che riporla nell'Unico infinitamente affidabile che è Dio.
«Fatevi borse…», che è come dire, anche: preparate le valige per il viaggio verso la patria eterna, riempiendole ogni giorno di atti d'amore, perché bisogna stare «pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese».

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Vedi anche:

Parola-sintesi proposta (breve commento e una testimonianza):
Dov'è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore (Lc 12,34)
(vai al testo) - (pdf, formato A5/A4c)

Commenti alla Parola:
  di Marinella Perroni (VP 2013)
  di Claudio Arletti (VP 2010)
  di Enzo Bianchi


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