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domenica 20 gennaio 2013

Testimonianze di santità diaconale [4]



Segnalo alcuni articoli pubblicati sulla rivista Il Diaconato in Italia, n° 175, numero monografico dal titolo Testimonianze di santità diaconale. Articoli che ho riportato nel mio sito di testi e documenti.





Don Altana: la sua profezia all'origine della mia vocazione diaconale (Focus)
di Enzo Petrolino

Avevo letto e sentito parlare di don Alberto tante volte, nella mia diocesi di Reggio Calabria, da due persone a me tanto care le quali hanno anche loro contribuito in maniera direi determinante alla mia vocazione diaconale: il compianto don Domenico Farias, compagno di studi di don Altana al Capranica, e Maria Mariotti, ancora attiva nonostante i suoi 95 anni di età, amica di don Alberto che la stimava tantissimo soprattutto per la sua passione alla chiesa locale e alla promozione della ministerialità laicale. […]
Don Alberto Altana ha incarnato come nessun altro, soprattutto negli ultimi suoi anni, da vero profeta, una presenza scomoda ed irrinunciabile. Questo perché don Alberto non era una persona chiusa nel privato, ma ogni suo gesto, ogni suo modo di fare era innanzitutto espressione viva ed efficace del suo modo di essere. I suoi stessi scritti lo rendevano allo stesso tempo scomodo e amatissimo. Dice qualcuno che, alla fine, di una persona restano una manciata di aneddoti, certo i più significativi, "memoria vissuta" di una vita che va oltre la vita stessa. […]
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"Quale diacono per quale chiesa?" (Formazione)
di Gianfranco Girola

Accingendomi a scrivere questo contributo, ho ripensato a quel sabato pomeriggio dell'autunno 1986, quando, spaesato e perplesso, ho fatto il mio ingresso nella famiglia diaconale, che mi accoglieva per la prima volta come aspirante dell'anno propedeutico. Nello stesso tempo ho ripensato alla mia ultima esperienza della prima accoglienza dei nuovi aspiranti, vissuta come formatore nell'autunno 2009, e ho cercato di analizzare in un unico colpo d'occhio i due momenti. Il primo commento è stato: quanta strada! Un'analisi più attenta, però, ha messo in evidenza, relativamente alla formazione al diaconato, un cammino percorso nella sua crescita, nella sua maturazione, conservandone però i tratti fondamentali e introducendo le novità sempre in continuità con il passato, senza creare alcun strappo in avanti e senza attardarsi in nostalgie e rimpianti, come può succedere quando si ha a che fare con una realtà in continuo divenire. […]
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Il primo diacono "fidei donum" (Brasile)
di Franco e Loredana Scaglia

Sono Franco e con mia moglie Loredana, alla fine del 2005, dopo un breve corso di formazione al CUM di Verona, partivo per il Brasile, con due preti e una giovane coppia torinese per un'esperienza di missione in appoggio alla diocesi di Belèm, secondo un progetto concordato dal card. Poletto con il vescovo del luogo. Siamo stati scelti da Dio per una serie di coincidenze: siamo senza figli, Loredana era già in pensione e io potevo prendere un'aspettativa dal mio lavoro di insegnante. Così, senza nostri meriti, il diaconato torinese si è aperto alla missione ad gentes. Per noi è stato immergerci nelle gravi necessità del Terzo Mondo e delle chiese più povere di clero, come non potevamo neppure immaginare dalle riviste missionarie, e vedere quanto il Vangelo è forza per gli uomini di tutti i paesi. […]
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Il cammino sponsale (Testimonianza)
di Laurino Circeo

La diaconia è un diritto-dovere di ogni battezzato, sin da quando prende coscienza del suo essere innestato in Cristo e del suo impegno a vivere il vangelo ed a diffonderlo con gioia e con amore nella chiesa, nella famiglia, nella società. È rivolto a lui, personalmente, l'invito, come a tutti: «andate ed annunziate il vangelo ad ogni creatura...» perché sia battezzato e consegua la salvezza (cf. Mc 16,15-16).
Di conseguenza s'impone un dovere inderogabile ad ogni livello, per chi voglia essere autenticamente cristiano: in famiglia, soprattutto, e in particolare per i genitori; sono essi i primi educatori dei figli nella fede, oltre che nel promuovere la loro crescita umana e culturale; ad essi la Chiesa, con il sacramento del matrimonio, affida il delicato compito di accompagnarli con dolce fermezza nel non facile cammino della vita. E questa è diaconia!
Mi commuovo e mi esalto nel ricordare in questo l'opera altamente educativa della mia sposa, Angela, davvero eccezionale nell'adempimento del suo ruolo "diaconale", sempre aperta e sollecita nel dare «ragione della propria fede e della speranza che la anima» (cf. 1Pt 3,13). E, a proposito del mio itinerario verso il diaconato, si deve alla sua convinta adesione a questa scelta la realizzazione dell'avvenuta ordinazione nel settembre del 1977. Ma lascio a lei la parola, contenuta in un suo prezioso diario. […]
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