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giovedì 6 settembre 2012

Quel "vuoto" riempito da Gesù!


Ieri, 5 settembre, nel fare memoria della beata Madre Teresa di Calcutta mi sono soffermato a considerare, nella sua opera di amore verso gli ultimi dei più ultimi, il suo "essere l'amore" in quello stato, quasi permanente, di profonda oscurità della fede e di tormento, ma immensamente innamorata di Gesù.
L'ho pregata di aiutarmi, nel mio servizio verso gli altri, ad essere sempre, nonostante me, gioia e luce.
Riporto una sua lettera, scritta ad un sacerdote nel febbraio del 1974, in cui traspare come la sua "prova" fosse di aiuto ad altri.

«Lei ha detto "sì" a Gesù e lui l'ha presa in parola. Il Verbo di Dio è divenuto Gesù il povero. E perciò lei sperimenta questo terribile vuoto. Dio non può riempire ciò che è pieno. Egli può unicamente riempire il vuoto, la profonda povertà, e il suo "sì" è l'inizio dello svuotamento. Non conta quanto noi realmente abbiamo da dare, bensì quanto siamo vuoti, in modo da poter ricevere la sua pienezza nella nostra vita e da permettergli di vivere la sua esistenza in noi. Oggi, tramite lei, Gesù vuole rivivere la propria completa sottomissione al Padre. Glielo permetta. Non importa che cosa lei sente, ma cosa lui prova dentro di lei. La smetta di guardare a se stesso e gioisca di non avere nulla, di non essere nulla, di non poter fare nulla. Doni a Gesù un grande sorriso ogni qualvolta la sua nullità la spaventa. Questa è la povertà di Gesù. Lei e io dobbiamo consentirgli di vivere in noi e mediante noi nel mondo».
(Saverio Gaeta, Il segreto di Madre Teresa, Ed. Piemme 20032, p. 102)



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