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sabato 29 gennaio 2011

La titubanza nella fede


"Chi è costui che anche il vento e il mare gli obbediscono?" (Mc 4,41).
L'episodio della tempesta sedata sul lago di Genezaret ci mostra non solo la potenza di Gesù sugli elementi della natura, ma anche e soprattutto, credo, il suo invito a rivedere la nostra fede.
"Perché avete paura? Non avete ancora fede?" (Mc 4,39).
Nel momento della prova, quando la nostra vita, la mia, la tua o quella della intera chiesa viene scossa, la promessa di Gesù di essere con noi "fino alla fine del mondo" (cfr. Mt 28,2) dà serenità e conferma la nostra speranza.
Parole di grande attualità, anche per le vicende che ci riguardano più da vicino, in questo diffuso turbamento che ci assale.
È l'invito a rafforzare quella pazienza evangelica che ci rassicura la positività nell'esito finale, certi della nostra responsabilità, personale e comunitaria, di essere "anima", "sale" in questa società debilitata.

mercoledì 26 gennaio 2011

Diaconia politica, un miraggio?


Ho ripreso in mano il numero di luglio/agosto 2010 della rivista Il diaconato in Italia, dal tema Servire nel sociale e nel politico: una diaconia per l'uomo. Cercherò di riportarne gli articoli nella sezione Diaconato del mio sito di testi e documenti.
L'argomento è di estrema attualità. Ciò acuisce la sensibilità di chi è chiamato ad essere animatore della diaconia nella comunità cristiana ed oltre.

Giuseppe Bellia, direttore della Rivista, nell'Editoriale, dal titolo Diaconia politica, un miraggio? , scrive tra l'altro: «La diaconia politica è oggi una rara avis che volteggia molto in alto e assai lontano dai nostri luoghi che, per inerte convinzione, sono dichiarati liberali e culla della democrazia. Fino ad ora non si era mai assistito a un degrado della vita pubblica così accentuato, generalizzato e deprimente, accompagnato da un silenzio imbarazzato e persistente di chi in passato del servizio politico dei cattolici aveva fatto un impegno primario e quasi una bandiera. La confusione e lo sbandamento dei nostri cristiani sono evidenti e qui e là, con disagio e con profondo senso di amarezza, qualche lamento o qualche richiesta di lumi affiora anche nel prudente giornale cattolico, attento a non scontentare i potenti di turno, come si legge in una garbata e misurata lettera di un cristiano che in passato aveva fatto esperienza politica. (…)
Una presa d'atto della situazione politica difficilmente eludibile che spinge lo scrivente ad auspicare il "lancio di una campagna" per far maturare l'elaborazione di una "proposta culturale del laicato cattolico al servizio del Paese", ma non per creare o rilanciare una nuova organizzazione partitica d'ispirazione cristiana e nemmeno per fare approvare singole leggi vicine alla sensibilità morale dei cattolici e agli interessi clericali, ma "come una coscienza civile che si attiva", perché "c'è una politica della società che precede e motiva l'impegno nei partiti e nelle istituzioni". (…)
Il cristiano non è chiamato ad annunciare solo ciò che vive ma la verità di Dio nell'impotenza del crocifisso. Non dei supereroi sono stati i primi araldi del vangelo e confessori della fede ma dei deboli e inermi coscienti della loro fragilità e del loro peccato: gli apostoli erano quelli che lo avevano tradito e rinnegato. Per quanto paradossale è questa la base più solida di ogni vera evangelizzazione: anche la consapevolezza lucida e inescusabile della nostra fragilità non è d'ostacolo alla testimonianza profetica, perché la potenza è più nella natura della Parola che nell'attendibilità e affidabilità dei servi inutili. Certo la santità di vita dei testimoni favorisce l'accoglimento dell'evangelo, ma è la fede nella parola che trasforma i servi inetti in strumenti privilegiati della grazia. (…)».

sabato 22 gennaio 2011

Cristiani "fuori dal tempio"


Riporto alcune parole del discorso del Papa al personale della Questura di Roma di ieri 21 gennaio: «Le nuove sfide che si affacciano all'orizzonte esigono che Dio e uomo tornino ad incontrarsi, che la società e le Istituzioni pubbliche ritrovino la loro "anima", le loro radici spirituali e morali, per dare nuova consistenza ai valori etici e giuridici di riferimento e quindi all'azione pratica. La fede cristiana e la Chiesa non cessano mai di offrire il proprio contributo alla promozione del bene comune e di un progresso autenticamente umano».

Ritorna più che mai urgente chiedersi se i cristiani (ed accanto a loro tutti coloro che credono in una società alimentata da valori che la rendano vivibile) sono veramente presenza di quell'anima che rende un corpo "vivo".

Lucia Fronza Crepaz, responsabile internazionale del movimento Umanità Nuova, a conclusione dell'intervista (Rifondare la politica) al periodico Città Nuova (n° 1/2011) sull'eredità della Settimana Sociale di Reggio Calabria, risponde alla domanda «Da dove incominciare domani?»: «Dai giovani. Quelli presenti a Reggio Calabria erano anche impegnati in politica, vivi, capaci. Si sono schierati in modo chiaro contro "lo stare fermi per paura", ancora di più contro "il ritiro dalla politica". E non hanno avuto timore di dire che l'impegno politico per i cattolici è direttamente collegato con le scelte della fede. Confermavano che l'esperienza politica non può essere vissuta in solitudine ma va radicata nell'esperienza di un cammino comunitario per trovare sicurezze, sviluppare collaborazioni, nutrire di spiritualità e di cultura le proprie idealità».

Ritrovare l'anima, in un impegno collegato con le scelte della fede, in un cammino che si costruisce in un'esperienza comunitaria: la sfida per una diaconia che riporti anche la politica ad essere testimonianza di un servizio privilegiato per la fraternità tra gli uomini e le donne di oggi.
In questo cammino comunitario, anche il diacono è chiamato in causa in prima persona.

domenica 16 gennaio 2011

Una sola famiglia umana


Abbiamo ricordato oggi la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato.
Il tema che Benedetto XVI ha scelto è appunto Una sola famiglia umana.

Ho cercato di vedere oggi con occhi nuovi Giovanni, l'amico che ogni domenica, alla porta della chiesa, chiede solidarietà.
Mi racconta dello sfratto che la polizia ha effettuato nel campo dove risiede e mi chiede alcune cose concrete per sopperire all'emergenza.
Cerco di sensibilizzare alcune persone della parrocchia impegnate nella Caritas.

Durante l'Eucaristia abbiamo pregato perché in questa società sempre più multietnica e multiculturale, vengano attuate politiche rispettose dei diritti di ogni persona, ricordando quanto il Papa ha scritto nel Messaggio per questa Giornata: "Tutti fanno parte di una sola famiglia, migranti e popolazioni locali che li accolgono, e tutti hanno lo stesso diritto ad usufruire dei beni della terra, la cui destinazione è universale".

"Una sola famiglia umana", ricorda il Papa: "vocazione dell'umanità a formare una sola famiglia".

Certo, non ci è consentito nel nostro piccolo di cambiare il mondo. Sono decisamente convinto però che nel posto dove Dio mi ha messo e dove vivo e cerco di testimoniare il suo Vangelo, lì posso contribuire a cambiare i rapporti, la mentalità, la mia e quella di chi è accanto a me. Ci rincuorano le parole del Papa: "Non perdiamo la speranza, e preghiamo insieme Dio, Padre di tutti, perché ci aiuti ad essere, ciascuno in prima persona, uomini e donne capaci di relazioni fraterne".


venerdì 14 gennaio 2011

La ricchezza del presente


"Esortatevi a vicenda ogni giorno, finché dura quest'oggi", quale condizione "per mantenere salda sino alla fine la fiducia che abbiamo avuto fin dall'inizio" (cf. Eb 3,13.14).
L'invito che mi viene da questo passo della Lettera agli Ebrei mi rimette in quella "divina avventura" che l'amore di Dio mi fa continuamente sperimentare, tra gioie e dolori, tra fallimenti e slanci di generosità... "finché dura quest'oggi", insieme, "esortandoci a vicenda", ché da soli si fa poca strada.
Vivere il presente, la volontà di Dio del presente: amata, cercata, intuita, oltre ogni apparente certezza… con lo slancio di chi sa farsi duttile, nel presente, ad ogni variazione che la vita e le circostanze presentano, con la fiducia di chi, con santa Teresina, vuole ripetere: "Signore, per amarti, non ho che oggi".
Riprendo tra le mani il libretto di Chiara Lubich Ogni momento è un dono, quale buon compagno di cammino in questa avventura divina.
Ne riporterò i vari passi nel mio sito di testi e documenti.


giovedì 6 gennaio 2011

La Stella, il dono che porta


"Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima".
È l'esperienza di chi ritrova, come i Magi, la via per giungere alla meta, quella via che per un po' era diventata oscura, non più immediatamente percepibile. Ma la certezza, anche l'onestà intellettuale, non ha smorzato la speranza.
La stella è lì, che ci precede, e ci attira verso Qualcuno che ci attende, che sa attenderci. Alla fine ci accorgiamo che è la stella a farci il dono più grande, al di là dei nostri, sia pur importanti: farci incontrare con il Dono per eccellenza, quel Dio che si è voluto nascondere, quasi confondere con uno di noi.
Di fonte a questa scena, rivedo la mia vita, la nostra, di persone che, insieme ad altre, camminiamo verso una meta. Alle volte non ci conosciamo, molto spesso non la pensiamo allo stesso modo, siamo di fedi diverse o non ne abbiamo affatto… ma pur sempre camminiamo gomito a gomito, e facciamo fatica a sentirci fratelli.
C'è sempre qualcuno che ci stimola, che ci fa uscire dalla nostra apatia, forse dal nostro torpore… È come una stella che ci indica che "oltre" c'è qualcos'altro, magri migliore dell'oggi che sperimentiamo mediocre o triste.
Mi rivedo nella recente esperienza nella casa soggiorno per anziani, dove presto il mio servizio pastorale.
La festa di oggi, dell'Epifania, delle "genti lontane" che hanno trovato la possibilità di un incontro, ben oltre la semplice amicizia; un incontro che apre la possibilità di una riconciliazione, prima con se stessi, poi con chi ci sta accanto.

Essere come una stella per le persone che incontro, come molti di loro sono per me. Ed offrirci i doni che il cuore, nella semplicità, ci suggerisce. Cuori che si aprono, sofferenze che riemergono col desiderio di essere risanate, semplice gioia di poter condividere quanto scopriamo di bello, di intimamente bello, nella vita che ancora ci rimane. Ed aumenta il numero, soprattutto di persone che non hanno un preciso riferimento religioso, di chi desidera essere almeno un po' sfiorati da quella Luce che ci viene donata.

È Lui, quel Dio-Bambino, la Luce che tutti cerchiamo e che, insieme, incontriamo!