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martedì 12 aprile 2011

La sfida di oggi




Continuando nella trascrizione degli articoli apparsi sul n° 163 della rivista Il diaconato in Italia dal titolo Servire nel sociale e nel politico: una diaconia per l'uomo, riporto alcuni stralci dell'intervento di p. Bartolomeo Sorge all'inaugurazione del laboratorio di politica, avvenuta a Catania nel febbraio 2009.
Il titolo dell'intervento: Laicità del servizio in politica.

«Qual è la sfida oggi dei laici cristiani che si impegnano in politica? Superare la tentazione del confessionalismo, prospettando una lettura della realtà sociale, che pur essendo ispirata a valori etico-religiosi, sia sempre rigorosamente laica, quindi condivisibile da tutti, credenti e non credenti, o appartenenti a ideologie diverse. Bisogna annunziare con la vita i valori cosiddetti non negoziabili, assoluti, e al tempo stesso, ricercare con tutti gli uomini di buona volontà il bene comune possibile, il quale passa necessariamente attraverso le regole democratiche del consenso, le regole psicologiche della gradualità. Quindi sul piano politico l'ispirazione cristiana va mediata nel confronto, nel dibattito, nella gradualità e nelle incertezze della vita democratica.
«Questo è il tempo di uscire per le strade, andare nei luoghi dove l'uomo soffre, dove l'uomo si interroga, dove nasce la nuova società, dove si elaborano le idee.
«Come è possibile essere fedeli agli ideali e riuscire a trovare un incontro con i rappresentanti di altre culture? Io penso che la sfida per i cristiani sia questa. Primo: dobbiamo testimoniare, annunziare a voce e con la vita i valori cosiddetti non negoziabili, assoluti, nei quali crediamo. Noi non possiamo fare a meno di dare la nostra vita per i valori fondamentali della vita sociale, giusta, fraterna. Al tempo stesso, dobbiamo ricercare con tutti gli uomini di buona volontà il bene comune possibile, il quale passa necessariamente attraverso le regole democratiche del consenso, le regole psicologiche della gradualità. Quindi sul piano politico l'ispirazione cristiana va mediata nel confronto, nel dibattito, nella gradualità e nelle incertezze della vita democratica.
«Non si tratta di affidare al criterio della maggioranza la verifica della verità di un valore, bensì di assumersi autonomamente una responsabilità nei confronti della crescita del costume civile di tutti. È il compito dell'etica politica.
«Non si può fare politica come si fa una professione qualsiasi. La pura identificazione della politica come una professione, è la morte della politica; perché ha bisogno di una forza etica che si basa sulla testimonianza della vita, sul coraggio dell'annuncio, e sulla professionalità che vi mette in grado di tradurre in termini laici, ciò che la luce del Vangelo e del Magistero della Chiesa, vi danno.
«Di fronte al pensiero unico neo-liberista dominante, che riduce la persona a individuo, la solidarietà a mero legalismo formale, e mortifica la partecipazione responsabile dei corpi intermedi, occorre porre a fondamento di una democrazia più matura, partecipativa, una nuova cultura politica, fondata su una concezione integrale di persona, su una vera solidarietà fraterna e su una laicità positiva.
«Ora è urgente, nel ventunesimo secolo, in questa società globalizzata, pluriculturale e plurietnica, fare unità nel rispetto delle diversità.
«L'esperienza dimostra che l'incontro politico tra credenti e non credenti, tra appartenenti a diverse ideologie, è possibile. Anche se non sempre coincide l'interpretazione dei medesimi valori. Però una cosa è certa: solo il riferimento ad una laicità positiva, consente l'incontro tra diversi, nel rispetto della identità di ciascuno.
«Non è tutto destinato alla crisi e alla fine: sta nascendo un mondo nuovo, e ci sono tutti i sintomi ed i segni dei tempi che annunziano di avere fiducia».

È su questo nuovo che si innesta la vitale testimonianza di una vera diaconia.


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