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mercoledì 11 agosto 2010

Solo Dio!


Quando Chiara scappò di notte per seguire Francesco, il santo le chiese: "Chiara, cosa vuoi?". "Dio!", rispose senza esitazione. E lo scelse nella radicalità di una povertà che non fu solo materiale, come Gesù che sulla croce si spogliò di tutto, persino di Dio.
Solo Dio! Questa è anche la nostra chiamata.
La liturgia che quest'anno accompagna la festa di santa Chiara propone il vangelo di Matteo (18,15-20), un brano in cui è manifesta la dimensione ecclesiale della sequela.
È nella comunità che incontro pienamente quel Dio che mi si è manifestato come amore e che chiede a me, a tutti, una radicale reciprocità nell'amore quale garanzia per il dono della sua presenza in mezzo a noi.
È questo il dono che santa Chiara ci fa: spogliarci di tutto, di tutto il nostro io; uscire fuori da sé per essere l'altro; e nell'altro ed in me incontrare lo stesso Gesù che è in me ed è nell'altro e che ci fa uno: è in mezzo a noi, è noi, noi Lui.
Chiara Lubich nel suo libro L'Arte di amare scrive: "Occorre essere sempre pronti a morire per il fratello, e quanto facciamo, momento per momento, per dimostrargli concretamente il nostro amore, deve essere animato, sostenuto da questa volontà, da questa decisione. Solo un amore così piace a Gesù: non un qualche amore, non una patina d'amore, ma un amore così grande da mettere in gioco la vita.
Amando così si vive completamente "fuori di noi", si abdica interamente a noi stessi e, se siamo in più di uno ad agire così, si può sperare di abdicare in favore del Risorto, che potrà vivere fra noi. Egli, infatti, non si fa pienamente presente dove c'è un po' d'amore, ma dove si è uniti nel suo nome, e cioè in Lui, secondo la sua volontà che è amare come Lui ha amato".


1 commento:

  1. ... un amore che mette in gioco la vita!
    Sì, Gigi, è un'esperienza che tutti possiamo fare...
    grazie per il blog che trabocca amore. Auguri!
    Tanino

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