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venerdì 25 giugno 2010

Seguire Gesù, liberamente

27 giugno 2010 – 13a domenica del Tempo Ordinario (C)

Parola da vivere

Ti seguirò dovunque tu vada (Lc 9,57)


Gesù si incammina decisamente verso il compimento della sua missione, sapendo che questa è la volontà del Padre. Con determinazione e coraggio, nonostante il prezzo della missione, compie liberamente e gioiosamente il suo disegno.
Lungo il cammino, incontra chi gli chiede di seguirlo: "Ti seguirò dovunque tu vada".
Gesù risponde: "Se uno vuol essere mio discepolo, deve essere libero da tutto, da qualsiasi appoggio, dagli attaccamenti alle cose, dagli stessi affetti famigliari - pur sacri - se sono di ostacolo".
Gesù non spegne l'entusiasmo di chi lo vuol seguire, ma le loro illusioni. Gesù infatti chiede disponibilità a vivere nell'insicurezza ("le volpi hanno le loro tane..."), rottura col passato ("lasciate che i morti seppelliscano i loro morti"), decisione irrevocabile ("chi mette mano all'aratro e poi si volta indietro...").
L'esigenza fondamentale, messa in evidenza da Paolo per coloro che Lo seguiranno, è quella dell'amore: "Cristo ci ha liberati per la libertà".
La libertà è molto più rischiosa ed esigente della sicurezza della legge. Perché l'amore è più esigente e trova la sua espressione più grande nel servizio.


Testimonianza di Parola vissuta


Conosco il Rinnovamento nello Spirito dal 1975.
Dovrei parlare al plurale perché è coinvolta anche la famiglia di mio fratello, tutti partecipi di questa esperienza. Avevamo sperimentato assieme l'amore di Dio: non è che il Signore ci risparmiasse prove, malattie, sofferenze; ma la sua presenza era palpabile e continua, sentivamo infatti tanta serenità e gioia.
Pregando e parlando assieme ci siamo accorti che avevamo spalancato il cuore e le porte della nostra casa al Signore, ma non lo avevamo fatto entrare nel nostro ufficio e nel nostro lavoro! Noi lavoriamo nell'edilizia (restauro conservativo di ville e chiese antiche) da cinque generazioni con passione e professionalità, e pensavamo anche con onestà. Ci siamo accorti però che molti aspetti dei nostri comportamenti verso il prossimo erano corretti agli occhi del mondo, ma non davanti a Dio.
Preso atto di tutto questo, rafforzati dallo Spirito Santo e dalla preghiera, abbiamo dato una sterzata a 180 gradi al percorso del nostro lavoro. Qui arriva il bello! È iniziato un forte combattimento con il sistema, stavamo andando controcorrente e incontravamo ogni ostacolo possibile, ma non potevamo più usare le armi che usa il mondo. Ci dicevano che eravamo integralisti, che dovevamo pensare per prima cosa alla sopravvivenza delle nostre famiglie e dei nostri operai. Il lavoro cominciava a scarseggiare perché non volevamo accettare i soliti compromessi. Noi avevamo scoperto che Cristo non è un Dio dei compromessi. Nella preghiera il Signore ci incoraggiava e ci spronava ad avere fiducia e credere nella sua Parola.
Quanti scoraggiamenti, quante sofferente e umiliazioni! Il lavoro continuava a diminuire, avevamo anche considerato di chiudere la nostra attività. Forse il Signore voleva condurci per un'altra strada. Tutto questo durò sette lunghi mesi, avevamo una settimana di lavoro e poi avremmo chiuso. Ma forse il Signore stava provando la nostra fede. All'improvviso, quando sembrava che il mondo ci crollasse addosso, le nubi furono spazzate via e il lavoro riprese. Possiamo confermare per esperienza vissuta che la verità vince il male e le tenebre. Sono passati molti anni e tutto questo lo sperimentiamo ancora ogni giorno.


(Renato, VR)


(da "Camminare insieme" - vedi Testimoniare la Parola, come proposto in parrocchia)
(vedi Commento alla Parola di Claudio Arletti)



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