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venerdì 18 giugno 2010

Saper perdere, segreto di una vita donata

20 giugno 2010 – 12a domenica del Tempo Ordinario (C)

Parola da vivere

Chi perderà la vita per causa mia la salverà (Lc 9,24)


"Ma voi, chi dite che io sia?".
Si ha l'impressione di un silenzio imbarazzante tra gli Apostoli, rotto alla fine dalla dichiarazione di Pietro: "il Cristo di Dio", l'atteso: il Messia.
Dopo questa risposta, Gesù impone il silenzio. La vera identità "messianica", l'immagine di Gesù, non è trionfale, ma la seguente: "Il Figlio dell'uomo deve soffrire molto, venire ucciso...".
Questo suo stile "perdente" è il segreto di una vita donata e del suo amore per la gente.
È così pure per tutti noi. Le condizioni per seguire Gesù sono: "Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua": una scelta precisa, coraggiosa, lucida, libera.
L'unica strada per il discepolo di Gesù è quella della croce. Non è quella che passa per un tunnel buio senza uscita, ma è la strada che si apre alla luce di una vita nuova.
La croce portata con amore è la prova determinante che Dio può fidarsi di noi. È la croce quotidiana: fastidi, dispiaceri, incomprensioni, insicurezze, paure, sospensioni, perdite e altro. Queste croci, portate con amore, sono la nostra professione di fede in Gesù Crocifisso e Abbandonato, la nostra fedeltà sofferta e gioiosa a Lui, la certezza di veri frutti pasquali: gioia e pace.

Testimonianza di Parola vissuta


"Andiamo al cinema?" Era questa la proposta dei miei amici per quella sera.
Sono arrivata a casa ed ho chiesto il permesso ai miei genitori che però non erano affatto d'accordo, perché in quel mese ero già uscita altre volte.
Questo divieto non mi andava giù e ho iniziato ad innervosirmi con chiunque mi rivolgeva la parola. Alla delusione sempre più forte per il mancato permesso si aggiungeva anche un po' di invidia; però capivo che essere triste non aveva nessun senso, anzi, avrebbe solo peggiorato la situazione.
Sentivo che Gesù mi suggeriva di accogliere la sua volontà, anche se questa volta mi sembrava uno sforzo veramente pesante. Ho pensato a quello che voglio vivere con gli altri Ragazzi del gruppo e solo allora mi sono resa conto che, anche se tutti i miei amici partecipavano alla serata e io no, andare controcorrente significava "cambiare direzione" e fare ciò che Gesù, attraverso i miei genitori, mi consigliava. Sentivo che Lui era tornato nel mio cuore, l'ho ringraziato e subito dopo ho chiesto scusa ai miei genitori. Il giorno seguente, con tutto l'amore che Gesù la sera prima mi aveva dato, mi sono avvicinata ai miei amici. Non essere andata al cinema non era un ostacolo per amarli, anzi anche con loro ho sperimentato la regola d'oro del Vangelo: "Fai agli altri quello che vorresti sia fatto a te"!

(Marta - Italia)

(da "Camminare insieme" - vedi Testimoniare la Parola, come proposto in parrocchia)
(vedi Commento alla Parola di Claudio Arletti)



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